Raccolta tartufi, Singetta: più tutele per i lucani

“Si metta un freno ai raccoglitori provenienti da fuori regione e si tutelino maggiormente i raccoglitori lucani, attraverso interventi incisivi, come la sospensiva della delibera di giunta che posticipa il periodo di raccolta del tartufo al 15 giugno”

&ldquo;La raccolta del tartufo in Basilicata costituisce una importante attivit&agrave; per i tanti appassionati che, per hobby o per mestiere, si dedicano alla raccolta di diverse specie presenti sul territorio, in particolar modo nelle aree marginali, nei boschi collinari e di alta collina, dove si trovano abbondantemente tartufi delle variet&agrave; Scorzone, Uncinato, Nero Pregiato, Bianco Pregiato e Bianchetto. Ormai da tempo, per&ograve;, le associazioni di categoria,ed in particolar modo l&rsquo;associazione &ldquo;Il tartufo lucano&rdquo; di Potenza, denunciano una grave situazione che rischia di compromettere seriamente l&rsquo;attivit&agrave; di raccolta dei tartufi nella nostra Regione&rdquo;. &Egrave; quanto afferma il Consigliere regionale Alessandro Singetta (Gm) che sottolinea come &ldquo;una delibera regionale, la n. 159 del 14 febbraio 2013 (&ldquo;L.R. n. 35 del 27 marzo 1995 e s.m.i., art. 3 commi 8 e 9 &ndash; Posticipazione dell&rsquo;apertura del periodo di raccolta del Tuber Aestivum – tartufo d&rsquo;estate o Scorzone), ha di fatto penalizzato fortemente il settore, posticipando il periodo di raccolta del tartufo Scorzone dal primo maggio al 15 giugno (per la durata di un triennio), giustificando tale decisione con la sensibile riduzione della produzione naturale dello stesso; ma, sebbene la salvaguardia del patrimonio tartufigeno regionale sia una priorit&agrave;, non si riscontrano, a detta delle associazioni interessate, correlazioni dirette tra l&rsquo;attivit&agrave; di raccolta del tartufo ed il calo della produzione, in quanto concorrerebbero a ci&ograve; altri fattori: in primis lo sfruttamento selvaggio del territorio lucano operato da parte di raccoglitori di tartufi provenienti da fuori regione che, per circa dodici mesi l&rsquo;anno, invadono letteralmente le arre di coltivazione senza alcun controllo e senza alcun rispetto delle regole. E, inoltre, non bisogna dimenticare i danni provocati dai cinghiali e dalla loro riproduzione esponenziale e, altro fattore importante, l&rsquo;uso della zappetta, un particolare attrezzo il cui uso &egrave; consentito soltanto in Basilicata (mentre nel resto del Paese &egrave; previsto l&rsquo;utilizzo di una apposita vanghetta rigida) e che contribuisce a danneggiare le tartufaie&rdquo;.<br /><br />A parere del consigliere Singetta &ldquo;appare pertanto necessario tutelare le coltivazioni tartufigene della nostra terra, ovvero gli interessi dei tanti raccoglitori, attraverso l&rsquo;adozione di misure e scelte rigorose per quanto riguarda la sorveglianza, maggiori controlli su coloro che provengono da fuori regione e la previsione di sanzioni pi&ugrave; pesanti per chi non rispetta le regole (si pensi che attualmente le sanzioni vanno da un minimo di 5 euro ad un massimo di 50 euro per chi supera la superficie stabilita per legge, arrecando danno alle tartufaie), tali da incentivare il rispetto della legge e, soprattutto, dell&rsquo;ambiente&rdquo;.<br />&ldquo;Altrettanto importate &egrave; che venga sospesa l&rsquo;applicazione della suddetta delibera, permettendo ai raccoglitori di anticipare il periodo di raccolta del tartufo che, altrimenti, continuerebbe ad essere appannaggio esclusivo di gente che, dalle regioni limitrofe, arriva in Basilicata per compiere un autentico scempio delle nostre risorse. Occorre &ndash; conclude Singetta &ndash; sostenere i produttori ed i raccoglitori lucani, anche attraverso politiche vicine alle loro esigenze, che siano in grado di tutelare le ricchezze e le peculiarit&agrave; del territorio&quot;.<br /><br />&nbsp;

    Condividi l'articolo su: