Questione Provincia, Pagliuca: la posizione Pdl in Regione

“Il Pdl si è opposto al disegno minimalista che senza elevare alcuna resistenza si limita ad accettare il dettato del Governo assurdo, incomprensibile e rischioso per la tenuta della stessa Regione Basilicata”

“Purtroppo, come sempre, il dibattito fatto in Consiglio regionale resta per gli addetti ai lavori o per i posteri che avranno voglia e tempo di curiosare negli archivi”. E’ la premessa del capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Nicola Pagliuca.

“Faccio questa premessa – specifica Pagliuca – dopo aver seguito la comunicazione in questi due giorni ed aver notato che un dibattito così importante sia stato marginalizzato ai soli comunicati stampa che qualche consigliere regionale ha inteso fare. Eppure stiamo parlando della soppressione di una delle due province della Basilicata, forse stiamo parlando della tenuta della stessa Regione Basilicata. Può darsi che in questo clima di caccia alle streghe più di qualcuno possa credere che la Regione come istituzione forse sarebbe meglio che sparisse, ma io non credo proprio che questa possa essere la strada migliore per ridare futuro e speranza ai giovani. E’ il motivo – spiega Pagliuca – per cui il mio intervento non è stato di circostanza ma sentito, è questo il motivo che mi porta a scrivere perché si possa ricordare, perché oltre ai posteri anche i lettori possano sapere quello che è successo e sta succedendo”.

“Il Governo – ricorda il consigliere – con un Decreto legge, il n. 95/2012 convertito nella legge n. 135 del 7 Agosto 2012, ha deciso che per la sopravvivenza di una provincia occorra il rispetto di due requisiti: 350.000 abitanti e 2500 kmq. La provincia di Matera verrebbe cancellata perché non rispetterebbe il requisito del numero di abitanti. Al Governo poco importa che la regione Basilicata ha un territorio in grado di ‘ospitare’ ben 4 province, la mancanza di 100 mila abitanti non consente il raggiungimento dell’altro parametro individuato. Questo è il contesto normativo nel quale ci muoviamo con alcune istituzioni regionali chiamate ad esprimersi sul cosiddetto ‘riordino’ su base regionale. Noi avremmo poco da riordinare visto che ci resterebbe un’unica provincia, potremmo solo disquisire su come dividerci i pochi resti, post spoliazione”.

“Il Pdl – sottolinea Pagliuca – si è opposto a questo disegno minimalista che senza elevare alcuna resistenza si limita ad accettare il dettato del Governo assurdo, incomprensibile e rischioso per la tenuta della stessa Regione Basilicata. Non deve sfuggire il dibattito in essere sulle macro regioni. Tra l’altro, sempre il Governo ha già elaborato criteri di deroga, salvando la provincia di La Spezia (882 kmq e 223327 abitanti) ben più piccola della provincia di Matera solo perché confinante con un’area metropolitana ( Genova ) e con un’altra Regione. La legge – dichiara Pagliuca – non può avere pesi e misure diversi ed è per questo che, in questo caso, il Consiglio regionale e tutte le Istituzioni regionali chiamate ad esprimersi al riguardo, avrebbero dovuto far sentire energica la difesa della provincia di Matera. Altre Regioni d’Italia, ben più grandi della Basilicata, hanno opposto ricorso alla Corte Costituzionale impugnando la legittimità della legge 135 perché in contrasto palese con l’art. 133 della Costituzione e non solo. E’ assurdo che la Regione Basilicata, pronta a costituirsi su tante presunte violazioni non abbia sentito il dovere di farlo, in questo caso, per difendere Matera. E’ assurdo non comprendere che l’introduzione della cosiddetta ‘subordinata’ nel deliberato consiliare significa togliere qualsiasi valore alla parte in cui si dice di voler difendere la sussistenza delle due province”.

“Voglio augurarmi, in questo caso – auspica il consigliere – che i Consigli comunali di Potenza e Matera sappiano fare meglio, chiudendo i loro deliberati sull’unica opzione che è quella di difendere gli attuali assetti. Il tempo per fare accordi di altra natura finalizzati ad un riequilibrio delle competenza dell’eventuale unica provincia, non è questo. Questo è il tempo della ‘difesa’ e non quello della ‘resa’”.

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