Psr: le valutazioni della Copagri

Ai primi incontri del tavolo di partenariato sono stati specificati gli orientamenti dell’organizzazione in merito alle politiche del prossimo sessennio

“Le innovazioni, sia di azioni che di gestione, dovranno rappresentare il filo conduttore del nuovo Piano di Sviluppo Regionale”. Ai primi incontri del tavolo del partenariato sulle linee di indirizzo strategico della programmazione 2014-2020 per lo sviluppo rurale in Basilicata, il vicepresidente della Copagri, Nicola Manfredelli, che ha partecipato all’incontro di Potenza e il presidente, Nicola Minichino, che ha partecipato all’incontro di Matera, hanno specificato gli orientamenti dell’organizzazione in merito alle politiche del prossimo sessennio, che dovranno consentire di rilanciare il settore e di rispondere efficacemente alle esigenze degli operatori del settore.
“Il confronto avviato dalla Regione sul documento preliminare di programmazione – affermano Minichino e Manfredelli – rappresenta un buon metodo di lavoro e concertazione voluto dall’Assessore Michele Ottati, che tuttavia dovrà essere tradotto in un programma di interventi in grado di assicurare la competitività del settore e di rimuovere gli ostacoli, soprattutto di natura burocratica e gestionale, che finora hanno frenato le potenzialità di sviluppo dell’agricoltura lucana.
Contestualmente alle azioni da prevedere a sostegno delle attività agricole, è indispensabile, fa rilevare la Copagri, risolvere i problemi di governance che hanno rappresentato un vero e proprio collo di bottiglia per la passata programmazione”.
“Decisiva, per la buona riuscita del programma di sviluppo regionale agricolo, è  la questione dell’accesso al credito”, mentre “relativamente alle “questioni aperte” prospettate nel documento preliminare”, la Copagri condivide “l’impostazione di considerare elegibile ai fini dei benefici, l’intero territorio regionale, senza tuttavia, con ciò smembrare la specificità delle sub-aree geografiche omogenee già definite con il processo di riordino dei territori delle ex comunità montane e delle aree programma. E’ altresì condivisibile l’impostazione dell’utilizzo del plurifondo per i progetti di sviluppo locale, mentre merita invece una riflessione più attenta l’applicazione del metodo del CLLD (Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo) e la questione della connotazione organizzativa e funzionale e della dimensione finanziaria dei Gal, che devono recuperare l’operatività e la funzionalità originaria, a fronte dell’eccessiva burocratizzazione cui sono stati sottoposti.
Infine – hanno fatto notare Minichino e Manfredelli – rimangono ancora vaghe le indicazioni sugli orientamenti per i Sottoprogrammi previsti dalla regolamentazione comunitaria e per le modalità di costituzione dei Gruppi Operativi connessi ai Partenariati Europei per l’Innovazione”.

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