Il Presidente della Provincia di Potenza, Piero Lacorazza, ha partecipato ieri mattina a L’Aquila al secondo appuntamento dal titolo “Rifare l’Italia”, organizzato per raccogliere le proposte e l’iniziativa politica di molti trentenni e quarantenni del Pd in Italia.
“Un appuntamento – ha dichiarato – che si deve sforzare di essere sulla linea del dialogo, tra posizioni anche non sempre convergenti, con altri eventi analoghi che si terranno a Bologna, promosso da Civati e Serrachiani, e a Firenze organizzato da Renzi”.
“Dopo il primo incontro di Pesaro oggi abbiamo scelto L’Aquila proprio perché la città abruzzese rappresenta un’evidente metafora dell’Italia di questi ultimi tempi”, ha dichiarato Lacorazza dopo aver visitato in mattinata il centro storico ancora evidentemente segnato dal sisma, con una delegazione di cui facevano parte anche i presidente delle Province di Roma e di Pesaro, Nicola Zingaretti e Matteo Ricci.
Lacorazza ha ricordato l’appassionante e competente contributo di solidarietà dato in quella tragedia dai volontari lucani che ancora oggi sono ricordati con grande rispetto e riconoscenza.
“Oggi L’Aquila – continua – fotografa perfettamente come l’Italia sia governata da una cultura mediatica e non di governo, che dà risposte attraverso scorciatoie immediate ma che, passata l’emergenza, lascia tutto come prima e peggio di prima”.
“Oggi abbiamo la necessità – è il pensiero di Lacorazza sul contesto politico nazionale, dentro cui la manifestazione si è svolta – di affrontare la crisi e l’emergenza mondiale in uno spazio politico ben definito che dia risposte alla domande di senso rispetto al presente e al futuro che ieri hanno riempito le piazze nel mondo, anche se a volte non totalmente condivisibili nei contenuti, per non parlare dell’inaccettabile ricorso alla violenza che non può essere condiviso da chi legittimante manifesta il proprio pensiero. Questo spazio non può che essere l’Europa, eppure noi non possiamo solo accettare un’Europa che ci afferra con vincoli e regole ma costruire un percorso che consenta a noi anche di afferrare l’Europa: quella della crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.
“In questo bisogno di ricostruzione della democrazia – continua – il nostro Paese deve fondarsi su una nuova idea di Stato più efficiente, meno costoso, con una politica che sia più autonoma e responsabile e di un rafforzamento delle istituzioni locali come presidio di prossimità al territorio e ai cittadini.
Obiettivi da perseguire facendo strategicamente leva sul sapere e sulla cultura, con la consapevolezza che scuola, ricerca e università rappresentano il principale terreno di intervento per un paese che vuole realmente costruire un futuro e stipulare un serio patto di cittadinanza tra generazioni, fondato su diritti e su un welfare ancora più allargato a nuovi soggetti e nuove esigenze. Infine c’è da affrontare il rapporto tra ambiente e sviluppo, che veda il tema della compatibilità e sostenibilità come valore misurabile, certo e verificabile”.
“Tutto ciò – riassume Lacorazza – ci porta alla conclusione che è necessario, senza più indugi, che il Paese, appena dovessero esserci le condizioni, vada subito al voto; che a scegliere siano i cittadini ai quali il centrosinistra non può più presentarsi con lo stesso album di famiglia del ’96 ma con un progetto di cambiamento reso credibile anche da regole e strumenti sia sul limite dei mandati (con le giuste e rispettabili eccezioni) e sia, qualora non dovesse cambiare l’attuale legge elettorale, su primarie aperte per selezionare i candidati”.
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