L’approvazione degli equilibri di bilancio e della relazione sullo stato di attuazione dei programmi, avvenuta nella seduta consiliare di ieri, consente di proseguire nell’attuazione di misure già avviate nei mesi scorsi, come la riduzione delle auto di rappresentanza e di servizio, l’ulteriore razionalizzazione dei lavori del consiglio provinciale e l’abbattimento dei fitti passivi, grazie al completamento di edifici scolastici di proprietà e al recupero in corso dei locali dell’ex tribunale da destinare ad uffici. Contestualmente si è avviata in giunta una discussione finalizzata alla riorganizzazione degli assetti interni, per arrivare dal 1° gennaio 2013 ad un’ulteriore riduzione delle posizioni dirigenziali; riorganizzazione che dovrebbe anche evitare il prosciugamento del fondo per la produttività.
In tale quadro si inserisce “Province, case di vetro”, l’operazione trasparenza che la Provincia di Potenza ha inteso promuovere per offrire al Paese, al Governo Monti, alle Province italiane e alle altre istituzioni una ricognizione puntuale dei bilanci delle province, e un’analisi di come, nel corso di questi anni, siano stati distribuiti i tagli e, quindi, le relative ricadute sui cittadini.
“E’ ora di definire fabbisogni, costi standard, fondo di riequilibrio che siano in linea davvero con una maggiore responsabilità e autonomia degli enti locali. I dati dimostrano – ha affermato il Presidente dell’Upi Basilicata e della Provincia di Potenza Piero Lacorazza – che in questi anni sono state fatte molto chiacchiere ma pochi fatti, con il rischio che a pagare siano sempre gli stessi. “Province, case di vetro” è esattamente la sfida necessaria per uno stato più efficiente e meno costoso. E’ una sfida anche per l’Unione delle province italiane, province che devono assumere, davvero, il punto di riferimento di un ente di area vasta, più vicino alle dimensioni territoriali e non alla distribuzione pro capite, più rigoroso nella valutazione di entrante e spese per funzioni proprie”.
“Province, case di vetro” è un lavoro che va oltre i dati di riferimento dell’Upi e che, ancor di più, giustifica l’insostenibilità del taglio da 500 milioni, essendo incomprimibili i costi per le funzioni delegate dalle regioni (es. trasporti) e per quelle finanziate con fondi comunitari (es. formazione).
“I dati evidenziano – ha concluso Lacorazza – anche le contraddizioni dei cosiddetti consumi intermedi: vengono considerati tali quei costi per servizi gestiti in house, mentre non lo sono i trasferimenti, magari per le stesso servizio, verso altri istituzioni ed enti che hanno, aggiungo, cda (consigli di amministrazioni) nominati dalla politica. Strano Paese il nostro. Infine i dati pubblicati dimostrano come vi sia la necessità di un riequilibrio vero, poiché i tagli degli anni precedenti hanno molto penalizzato alcune province, lasciando quasi indenni altre. Il Governo, con la legge di stabilità, potrà correggere queste distorsioni, per evitare le quali la stessa Unione delle province italiane è chiamata a fare la propria parte”. (r.s.)
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