"Contestiamo il comportamento che la dirigenza di Poste Italiane S.p.A. sta mettendo in atto, non si rende conto delle conseguenze per il personale e per la clientela di tali atteggiamenti, il quale si riflette inevitabilmente anche sul raggiungimento degli obiettivi di produzione richiesti. Tutto questo porterebbe all’esasperazione chiunque, soprattutto se si continua ad impedire ancora il confronto tra le parti su temi come Premio di Risultato, Efficienza servizio postale e sul mercato aperto ai privati”.
In Basilicata è forte il grido d’allarme dei segretari regionali di categoria della SLP-CISL, UIL-POSTE, CONFSAL-COM ed UGL-COM.
“Tanti sono stati i tentativi di mediazione a cercare un confronto, ad oggi – dichiarano i segretari lucani, A.Giuzio, G. Lauciello, G. Delle Cave e G. Di Giuseppe – per volontà di Poste Italiane S.p.A., è lontano raggiungere alcuna intesa sul Premio ed altri diritti esposti. Denunciamo, i cittadini e le Istituzioni devono essere messi al corrente dei disservizi e disagi che rincorreranno giornalmente se non si riapre un dialogo. La macchina postale si fermerà inequivocabilmente – continuano i segretari – iniziando dai disagi che saranno recati ai cittadini prima, ed alle Istituzioni dopo ad iniziare dalla mancata consegna in tutti i comuni delle cartelle di censimento ISTAT, alla quale commessa l’azienda si aspetta lauti compensi. Rassicuriamo i colleghi lavoratori – aggiungono Giuzio, Lauciello, Delle Cave e Di Giuseppe – , che non ci faremo intimorire da eventuali ritorsioni con distacchi e trasferte, di pressioni commerciali, giornaliere, telefoniche e via e-mail, alle quali si aggiungono sistemi inquisitori e minacce di sanzioni disciplinari in caso di performance non soddisfacenti: la dirigenza è avvertita sin d’ora che avrà ‘pane per i suoi denti’. Poste Italiane S.p.A. chiude per il settimo esercizio consecutivo il bilancio in attivo, gli stipendi degli operatori sono rimasti pressoché invariati mentre quello dei dirigenti continua a crescere a dismisura, qualche dirigente di Poste solo di premi riesce a percepire quanto guadagna un operatore in 11 anni di lavoro. Adesso basta. Il risultato ottenuto da Poste in questi ultimi anni dovrebbe renderci fieri, ma, la realtà è ben diversa e i clienti, questo lo sappiamo tutti, continuano a rinfacciarci un calo di efficienza ormai sensibile a tutti i livelli. La fila agli sportelli è interminabile, il recapito della corrispondenza purtroppo è in crisi. Il personale non basta nemmeno per l’operatività quotidiana, figuriamoci per affrontare le tante situazioni di emergenza che quotidianamente assillano gli uffici. Il personale, già stanco e demotivato, deve inoltre sopportare le incapacità del management aziendale che non riesce a mettere a punto un sistema efficace per far fronte alle giuste esigenze dei lavoratori, promettendo un premio di risultato. Per questi motivi siamo preoccupati sul futuro occupazionale e destino dei lavoratori di Poste Italiane. Per questa politica aziendale messa in campo dal management continua lo sciopero dello straordinario e delle prestazioni aggiuntive fino al 30 ottobre 2011, alla scadenza di tale data metteremo in atto altre diverse iniziative pacifiche di proteste”.
BAS 05