Promozione patrimonio culturale, Rosa: quali ricadute?

“Un ensemble di eventi, che rischiano di essere talmente ‘intangibili’ da non lasciare nessuna traccia, se non ai promotori stessi dell’iniziativa”

&ldquo;2 milioni e 350.000 euro: questo &egrave; l&rsquo;ammontare complessivo delle azioni di promozione e valorizzazione del Patrimonio culturale intangibile della Basilicata per l&rsquo;annualit&agrave; 2018, come stabilito dalla delibera della Giunta regionale n. 657 del 16 luglio 2018. Gli sperperi degli anni passati si fanno sentire: passiamo dai quasi 5 milioni del 2014 a meno di 3 del 2018. &Egrave; comunque una cifra consistente, a valere sul Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020 e in attuazione del &lsquo;Patto per lo sviluppo della Regione Basilicata&rsquo; che ha individuato, fra gli interventi strategici in materia di turismo, cultura e infrastrutture, misure volte al recupero e alla valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale&rdquo;. E&rsquo; quanto dichiara il capogruppo di laboratorio Basilicata &ndash; Fratelli d&rsquo;Italia Gianni Rosa.<br /><br />&ldquo;Parliamo di iniziative che spaziano dalle feste patronali alle sagre di paese &ndash; aggiunge -, dalle manifestazioni folkloristiche ai riti religiosi, dal carnevale ai percorsi letterari. Un ensemble di eventi, pi&ugrave; o meno strutturati, che rischiano di essere talmente &lsquo;intangibili&rsquo; da non lasciare nessuna traccia, se non ai promotori stessi dell&rsquo;iniziativa.<br /><br />&ldquo;In passato, pi&ugrave; volte &ndash; afferma l&rsquo;esponente di Fratelli d&rsquo;Italia -, ci siamo occupati di questo uso &lsquo;distorto&rsquo; dei fondi comunitari, della polverizzazione di preziose risorse pubbliche in nome di una ventilata &lsquo;promozione culturale&rsquo;. Ma quest&rsquo;anno allo sperpero si aggiunge un&rsquo;insolita &lsquo;modalit&agrave;&rsquo; di assegnazione dei fondi. Vi &egrave; da dire che le iniziative ammesse a finanziamento sono inserite in un elenco istituito dalla delibera della Giunta regionale n. 958/2015 e, dal 2015, vengono riconfermate, di anno in anno, come meritevoli di sostegno finanziario. A guardare le ultime due annualit&agrave;, anche la dotazione finanziaria &egrave; la medesima, fino alla seconda cifra decimale. Segno evidente che conferma l&rsquo;automatismo nell&rsquo;assegnazione del contributo, senza un reale aggiornamento dei progetti sottoposti e senza un riscontro degli obiettivi raggiunti per poter valutare il valore effettivo dell&rsquo;evento e soprattutto l&rsquo;efficacia dei fondi spesi. Insomma spendiamo per consumare nell&rsquo;immediato ma non creiamo nulla. Senza una visione e un percorso virtuoso non nascer&agrave; mai nulla di culturalmente valido. E il Governo regionale continua ad incappare nel vecchio vizio di dequalificare la spesa pubblica, solo per poter dire che ha speso tutte le risorse comunitarie.<br /><br />&ldquo;Ma, se di vera promozione culturale si tratta &ndash; aggiunge ancora Rosa -, deve tracciare un percorso, seguire una progettualit&agrave; da aggiornare e validare nel tempo. Non di certo si pu&ograve; limitare tutto a interventi a pioggia che, con un mero automatismo, vanno a promuovere gli stessi beneficiari, con le stesse modalit&agrave; e, soprattutto, senza un reale meccanismo di controllo. Da non sottovalutare, inoltre, l&rsquo;assenza di trasparenza che si nasconde nelle pieghe di questo meccanismo. Infatti, l&rsquo;ammontare della cifra concessa alle amministrazioni per le singole iniziative &egrave; solitamente al di sotto della soglia dei 40.000 euro. Questo permette di procedere con affidamenti diretti senza indizione di una gara d&rsquo;appalto. Sistemi discrezionali e clientelari che il prossimo Governo regionale spazzer&agrave; via una volta per tutte, ripristinando i concetto di legalit&agrave; e sviluppo che premieranno le realt&agrave; davvero meritorie, assicurando a questa Regione la rivoluzione &lsquo;culturale&rsquo; che merita&rdquo;.&nbsp;

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