Il Vice presidente del Consiglio sottolinea che: “Fonti giornalistiche riferiscono di accordi ‘in fase avanzata’ tra Regioni Basilicata e Puglia e Governo convergenti sull’holding Aqp che di fatto sconfesserebbero la strategia della Giunta Pittella”
Il progetto di trasformazione di Acquedotto Pugliese in una holding industriale partecipata dalle Regioni attraverso il conferimento delle rispettive partecipazioni azionarie nelle aziende regionali attive nell’acqua, nel nostro caso Acquedotto Lucano, che avrebbe ottenuto il ‘placet’ del premier Renzi, richiede qualche chiarimento da parte della Giunta regionale”, Lo sostiene il vice presidente del Consiglio regionale ed esponente di Forza Italia, Paolo Castelluccio.<br /><br />“Ufficialmente – sottolinea Castelluccio – il Consiglio regionale è fermo all’accordo di programma sottoscritto il primo luglio scorso tra le Regioni Basilicata e Puglia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri per la gestione condivisa delle risorse idriche e valido sino al 2030. Un accordo che si limita a questi punti: il rafforzamento della pianificazione e gestione comune delle risorse idriche; l’attivazione di più agili strumenti di coordinamento; la più puntuale definizione della tariffa dell’acqua all’ingrosso; la salvaguardia della fascia ionica lucana, interessata da arretramento costiero e della falda carsica pugliese, interessata da fenomeni di salinizzazione; il completamento degli schemi idrici tra Basilicata e Puglia e delle opere incompiute”.<br /><br />“Fonti giornalistiche, invece, riferiscono che ci sarebbero accordi ‘in fase avanzata’ tra Regioni Basilicata e Puglia e Governo convergenti sull’holding Aqp che, di fatto, sconfesserebbero la strategia della Giunta Pittella riferita al nuovo sistema regionale di governance dell’acqua più volte illustrato in Consiglio. Si fa anche riferimento – aggiunge il Vice presidente del Consiglio regionale – al futuro dell’Eipli che secondo le stesse fonti giornalistiche sarebbe assorbita dalla nuova società e, poiché è la Basilicata a detenere quasi tutte le dighe e gli invasi, alla nostra Regione dovrebbe essere attribuita la quota societaria di maggioranza”.<br /><br />“Si tratta – sostiene Castelluccio – come è possibile constatare, di un progetto non certo di poco conto e che, pertanto, non può escludere il coinvolgimento dell’Assemblea consiliare, massima espressione di rappresentanza istituzionale, come del mondo agricolo e di quello industriale, delle associazioni che tutelano i consumatori e i Comuni. Abbiamo in sostanza il diritto di essere informati su questa operazione o, altrimenti, di avere smentite ufficiali. Tra l’altro – aggiunge – dovremmo capire come è possibile istituire la holding dell’acqua, che pare, sempre secondo fonti di stampa, abbia già un nome (Adm), senza entrare in contrasto con la riforma Madia della Pubblica amministrazione e, quindi, sulle partecipate”.<br /><br />Per il vice presidente del Consiglio regionale “è comunque prioritario superare, una volta per tutte, il paradosso dell’uso delle risorse idriche lucane che, come è giusto che sia, nello spirito di cooperazione, producono benefici all’agricoltura e all’industria della Puglia, ma non altrettanto all’agricoltura e all’industria della Basilicata per i costi ancora troppo alti e l’inadeguatezza di condotte ed impianti irrigui. E, seconda priorità, verificare come si impiegano le risorse dovute dalla Regione Puglia per la salvaguardia della costa jonico-metapontina e di sorgenti, dighe ed invasi lucani. Siamo, inoltre – conclude Castelluccio – sempre in attesa della conclusione dell’iter che riguarda l‘Eipli con il passaggio della gestione – manutenzione di tutte le opere, passaggio non certo facile da affrontare”.<br />