“Vertenza ancora aperta per i 70 lavoratori addetti alla raccolta differenziata delle aziende Pellicano Verde e Serveco che si occupano del servizio nei Comuni dell’Unione dei Comuni dell’Alto Bradano”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa della Cgil Fp.
“I lavoratori avanzano ancora la quattordicesima e, così come annunciato in una comunicazione dalle stesse aziende alle organizzazioni sindacali, anche lo stipendio del mese di luglio a causa del credito di oltre 2 milioni di euro maturato nei confronti dei Comuni e che comporterà il blocco totale della attività.
Ad annunciarlo sono le stesse aziende che, in una lettera ai sindacati, annunciano l’impossibilità di pagare i fornitori, tra cui la ditta Progeva srl che gestisce l’impianto di compostaggio di Laterza e la Seari srl, che gestisce l’impianto di trattamento dei rifiuti solidi urbani di Venosa”.
Per questi motivi la Fp Cgil di Potenza e la Uil Trasporti “hanno chiesto alle aziende con una nota di attivare le procedure di conciliazione così come previsto dalla legge.
In mancanza di ulteriori novità, le organizzazioni sindacali dichiarano lo stato di agitazione e proclamano fin d’ora lo sciopero generale dei lavoratori che operano nell’appalto dell’Unione dei Comuni Alto Bradano per il 5 settembre 2016.
“E’ una situazione di una gravità inaudita – afferma Michele Sannazzaro, segretario Fp Cgil Potenza – perché rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema di gestione dei rifiuti nell’area dell’Alto Bradano. Chiediamo all’Unione dei Comuni di sbloccare la situazione il prima possibile. E’ necessario fare chiarezza con urgenza nel rispetto dei lavoratori e dei cittadini che meritano un servizio continuo e di qualità. Nulla contro l’Unione dei Comuni in sé ma il sistema non può essere usato dai singoli Comuni per venire meno alle proprie responsabilità e alla partecipazione della spesa”.
Preoccupazioni anche per il bando di gara per l’affidamento dei serivzi di raccolta porta a porta dei rifiuti urbani, trasporto e smaltimento, spazzamento delle strade e servizi accessori. “Il bando di gara denominato Progetto Ambiente e pari a 2 milioni e mezzo di euro – continua Sannazzaro – a nostro avviso non ha la sufficiente copertura economica per garantire tutti i servizi compresi nel bando, omnicompresivi anche delle circa 58 unità minimali, rispetto alle quali non è specificato il costo preciso della manodopera. Il rischio, con una base d’asta non congrua, è che a tale condizioni le piccole e medie imrpese locali siano impossibilitate a partecipare al bando a favore delle grandi imprese nazionali e mettendo a rischio gli stessi lavoratori cìoltre che il servizio che così concepito potrebbe non essere in grado di mantenere gli standard di raccolta differenziata ottenuti, intorno al 70%. In base a queste criticità chiediamo – conclude Sannazzaro – di rivedere il bando e di rimodulare l’importo posto a base di gara, a tutela dei lavoratori e del servizio”.
bas04