“La Prefettura di Potenza ha notificato agli uffici della Provincia l’ “ordine” impartito dal Ministero dell’Interno per la riduzione a 12 degli attuali 30 collegi provinciali, in un primo tempo già ridotti a 24.
Siamo tornati ai podestà dell’era fascista”. E’ quanto riferisce il presidente del Gruppo IdV alla Provincia di Potenza Vittorio Prinzi, ribadendo che “da mesi Idv, che ha raccolto le firme a sostegno di un referendum popolare, preme per sopprimere l’ente provincia tout court, il che porterebbe secondo nostre stime fino a 2 miliardi di euro di risparmi per le casse dello Stato. Dunque la nostra posizione – sottolinea Prinzi – è chiara e trasparente. Quello che non possiamo accettare è però la manovra di agonia in cui il Governo di centrodestra vorrebbe far finire le Province con un comportamento sempre più ambiguo. Come è noto dopo due rinvii in commissione, il 14 luglio scorso la Camera ha respinto la proposta di scioglimento delle Province. Successivamente il governo annunciò il taglio di quelle sopra i 300 mila abitanti o la cui superficie superi i 3 mila chilometri quadrati. E dopo le polemiche sul salvataggio di Province care a Tremonti come Sondrio, e ai Legisti, in sede di conversione del decreto anti-crisi la misura è stata del tutto eliminata e la palla è passata alla Conferenza Stato Regioni. In tutta questa vicenda – dice Prinzi – non riusciamo a capire che senso possa avere ipotizzare la prossima consiliatura provinciale di Potenza con 12 consiglieri in tutto, ricommettendo l’errore di spacciare i tagli della politica con i tagli della democrazia. Verrebbe fuori un mini-ente intermedio utile solo alla sopravvivenza formale della Provincia. Per noi la riforma della governance territoriale è tutt’altra cosa e passa per la scelta, fatta in modo serio e con meccanismi partecipati e condivisi, di individuazione comunque di un ente intermedio fra Regione e Comuni che non può essere rappresentato dalle attuali Aree Programma che assolvono invece ad altre funzioni amministrative e di programmazione più complessiva. L’Unione dei Comuni è piuttosto un valido e utile strumento di raccordo tra Municipi e Regione. Ma riteniamo necessario il confronto nelle sedi istituzionali e politiche deputate senza diktat dal ministero del sottosegretario Viceconte”.
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