Primarie centrosinistra, le considerazioni di Singetta

Per il consigliere “la scelta è tra opzioni politiche molto diverse che, specialmente per il Sud possono rappresentare il permanere di uno stato di sviluppo modesto o, al contrario, l’inizio di un ‘new deal’ non solo economico, ma anche etico e politico”

“Domenica prossima uomini e donne di centro sinistra (e non solo) saranno chiamati ad esprimere un voto ‘definitivo’ tra due distinte opzioni politiche: da un lato Bersani e l’apparato del Pd orientato, seppur con ovvie distinzioni, alla conservazione dell’attuale classe dirigente, dell’attuale modello del welfare, di tutela della struttura burocratica, che ha favorito quella spesa pubblica improduttiva da molti criticata, ma da tutti utilizzata. Dall’altro Matteo Renzi, impegnato in una battaglia di profondo rinnovamento della nomenclatura dei partiti, delle corporazioni sindacali (che gli ha attirato, mentre il voto di domenica scorsa era ancora in corso, le ire della Camusso!), di ridimensionamento del ruolo dello Stato e dei partiti, di affermazione della meritocrazia (spesso ha ripetuto che i giovani devono lavorare perché conoscono qualcosa, non qualcuno). Ad affermarlo il consigliere regionale Alessandro Singetta (Gm) che aggiunge: “Due visioni molto diverse che, specialmente per il Sud (dove, è bene ricordarlo, Renzi ha conseguito la percentuale di voto più bassa) possono rappresentare il permanere di uno stato di sviluppo modesto (per usare un eufemismo) o. al contrario, l’inizio di un ‘new deal’ non solo economico, ma anche etico e politico”.

“Tocca a noi, ora, decidere se investire nel futuro o confermare un passato che ha prodotto i guasti che tutti conosciamo – prosegue Singetta. In pratica, per la prima volta negli ultimi anni, il popolo (soprattutto di centro sinistra) ha la possibilità di imprimere un’accelerazione ad un processo già in atto e che sarebbe improduttivo per tutti fermare. Ecco perché è necessario un ulteriore sforzo a sostegno del Sindaco di Firenze; affinché la sua proposta politica, la sua carica innovativa, possano trovare accoglimento anche in una regione dove le filiere di potere hanno determinato un modello, sociale ed economico, ormai superato. In tanti, al di là dei soloni bravi a criticare tutto e tutti, ma non a rischiare di metterci la faccia, in questi anni hanno mostrato insofferenza verso tale stato di cose”.

“Insieme – conclude il consigliere – potremo essere i protagonisti del cambiamento; o i responsabili, senza scusanti, di una scelta che lascerà tutto com’è. E poi sarà troppo tardi per lamentarsi…”

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