Pozzo Costa Molina 2, Rosa: una lunga storia di inquinamento

Il consigliere regionale di Lb-Fdi: “Costa Molina 2, per un piano di caratterizzazione 5 anni. E per la bonifica?”

&ldquo;Una storia lunga quella dell&rsquo;inquinamento delle acque sotterranee dell&rsquo;area attraversata dalla condotta di reiniezione al pozzo Costa Molina 2, nei territori di Viggiano e Montemurro. Infatti &ndash; ricorda Rosa – gi&agrave; nel settembre 2010, l&rsquo;Arpab comunicava alla Regione l&rsquo;accertamento del superamento della concentrazione della soglia di contaminazione di ferro nelle acque prelevate da alcuni piezometri di monitoraggio. Da tale situazione emergeva la necessit&agrave; di un piano di caratterizzazione per programmare una bonifica&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Siamo nel 2015 &ndash; prosegue Rosa – e la Giunta, con deliberazione n. 121 del 3 febbraio, ha prorogato all&rsquo;Eni i termini, di ulteriori 90 giorni, per presentare i risultati del piano di caratterizzazione dell&rsquo;area attraversata dalla condotta di reiniezione al pozzo Costa Molina 2. Ricordiamo che il piano di caratterizzazione dell&rsquo;area era stato presentato dall&rsquo;Eni nell&rsquo;agosto 2011 alla Regione Basilicata e, nel dicembre dello stesso anno, la Conferenza di Servizi aveva chiesto specifiche integrazioni al suddetto piano. Si arriva cos&igrave; &ndash; aggiunge il consigliere – al maggio del 2012, data in cui l&rsquo;Eni ha integrato il piano di caratterizzazione in base alle richieste della Conferenza di Servizi e nel mese di ottobre ha inviato una nota tecnica riepilogativa delle attivit&agrave; svolte, con allegata copia del Piano di caratterizzazione, comprensivo del documento integrativo&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Nel mese di ottobre 2012 &ndash; riferisce Rosa – si riuniva nuovamente la Conferenza di servizi, la quale ha ritenuto di non poter accogliere la richiesta di chiusura del procedimento avanzata dall&rsquo;Eni in quanto le attivit&agrave; di caratterizzazione non erano ancora concluse e, contestualmente, faceva richiesta all&rsquo;Eni di estendere le indagini al sito di fuoriuscita delle acque maleodoranti in Contrada La Rossa e di chiarirne l&rsquo;eventuale connessione con le attivit&agrave; di reiniezione del pozzo. Veniva chiesto, inoltre, all&rsquo;Arpab di eseguire, in contradditorio con Eni, l&rsquo;analisi sul 10 per cento dei campioni prelevati, sia in fase di monitoraggio, che nei nuovi punti di indagini concordati tra Eni e Arpab. Giungiamo, in tal modo, al marzo del 2013 in cui finalmente &ndash; sottolinea il consigliere – l&rsquo;Eni ripresenta le ennesime integrazioni al piano di caratterizzazione contenenti le prescrizioni dettate dalla Conferenza di servizi e solo dopo 4 mesi, nel luglio del 2014, la Regione Basilicata, con deliberazione n. 960, ha autorizzato il Piano di caratterizzazione le cui attivit&agrave; si sarebbero dovute concludere dopo 180 giorni e cio&egrave; il 7 febbraio 2015. Ora un&rsquo;altra proroga&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ben cinque anni &ndash; rimarca Rosa – per un Piano di caratterizzazione di una zona il cui inquinamento, dovuto alle attivit&agrave; connesse alle estrazioni petrolifere, &egrave; certificato. Ci chiediamo&nbsp; quanto tempo servir&agrave; per bonificare l&rsquo;area. Auspichiamo che, immediatamente – conclude l&#39;esponente di Fratelli d&#39;Italia – Alleanza nazionale -&nbsp;dopo l&rsquo;8 maggio 2015, data di scadenza della proroga, si proceda ad eseguire tutte le attivit&agrave; necessarie alla bonifica dell&rsquo;area e a prendere tutti i provvedimenti necessari a scongiurare in futuro che l&rsquo;ambiente e la salute dei cittadini possano essere compromessi da qualunque forma di inquinamento connessa con l&rsquo;attivit&agrave; petrolifera. Che aggiungere? Mentre i dottori studiano il malato muore&rdquo;.<br /><br /><br /><br />

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