Il consigliere regionale dell'Udc ha esternato ieri in Aula le sue preoccupazioni per il probabile commissariamento “e per tagli occupazionali che inevitabilmente ne conseguiranno”
“La risoluzione approvata in Consiglio regionale non può salvare il Comune di Potenza”. E’ quanto dichiara il capogruppo dell’Udc Francesco Mollica, motivando la sua astensione ieri in Aula dal voto sul provvedimento relativo alla città di Potenza.<br /><br />“Il Comune di Potenza – prosegue Mollica – ha chiesto alla Regione di poter contare su una disponibilità aggiuntiva di 42 milioni di euro per le annualità 2015 e 2016; considerato che tale rilevante posta finanziaria non risulta allo stato reperibile dalla Regione, è stata presentata una risoluzione in cui si demanda il tutto all’intervento del Parlamento. Pur apprezzando lo sforzo fatto ritengo che rimbalzare la questione a livello parlamentare, al netto del coinvolgimento dei nostri parlamentari, facendo voti per far approvare in tempi brevi un provvedimento legislativo tale da consentire al Comune di Potenza la riduzione della sanzione derivante dallo sforamento del patto di stabilità e un allungamento dei termini (da 2 a 4 anni) per conseguire il pareggio di bilancio imposto dal Governo, vuol dire illudersi rispetto alla risoluzione del problema della Città. Vorrei tanto sbagliarmi e sarei ben felice di cospargermi il capo di cenere come San Paolo, che si è redento sulla via di Damasco, ma sono fortemente preoccupato per quello che succederà con l’insediamento di un commissario”.<br /><br />A parere di Mollica “non si tratta della difesa strenua, prettamente politica, di mantenere in vita un Consiglio comunale dove ognuno di noi ha propri rappresentanti, ma della seria preoccupazione dei tagli occupazionali che inevitabilmente ne conseguiranno. Purtroppo l’effetto immediato, che come rappresentante istituzionale mi fa rabbrividire, sarà il taglio netto del trenta per cento sui servizi, già adesso ridotti al lumicino, e quindi del personale preposto. Trenta per cento che, rispetto alle piante organiche che conosciamo, equivale a dire la messa in mobilità di almeno 200 persone che si sommano alle altre 140, messe in pre-licenziamento da parte dell’ amministrazione comunale di Potenza in conseguenza delle scelte effettuate da questa negli ultimi tempi. Un ‘dèjà vu’ , vissuto dall’intera comunità potentina, un problema serio che meritava, forse, meno tatticismi politici e un impegno maggiore da parte di tutti gli attori, a partire dalle Commissioni regionali per ricercare, nei tempi giusti, soluzioni volte alla risoluzione delle sopra citate drammatiche problematiche. Era noto a tutti sia il percorso accidentato, sia la tempistica. Le porte dell’Ade erano spalancate fin dalla prima ora, purtroppo è venuto meno il Caronte che potesse traghettare dai gironi infernali chi aveva necessità di riveder le stelle. Sfortunatamente – conclude Mollica – si è scelto di permanere nello Stige”.