“L'avevamo detto e ripetuto, inutile ricorrere ad allarmismi da bar, l'ospedale di Policoro ha per posizione strategica, storia e risorse interne, la naturale vocazione a presidio di riferimento per l'area del Metapontino e dell'alto cosentino”.
È il commento a caldo del segretario regionale dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e del segretario provinciale dell'Ugl Matera, Pino Giordano in’ordine al progetto di riforma del servizio sanitario regionale in discussione in queste ore.
“Già a settembre – proseguono i sindacalisti – commentando positivamente i numerosi interventi di potenziamento dell'ospedale di Policoro adottati dal direttore generale Pietro Quinto, l’Ugl aveva invitato alla moderazione, preferendo piuttosto concentrarsi sugli atti concreti adottati dalla Asm e dalla regione Basilicata, tralasciando chiacchiere social e rumors. Nella versione che il consiglio regionale si appresta a varare – precisano Giordano e Tancredi – l'ospedale di Policoro, com’era ovvio, conserva la sua autonomia contribuendo così alla valorizzazione della rete ospedaliera della provincia di Matera insieme al Madonna delle Grazie. Le cassandre sono perciò state sonoramente smentite, mentre è francamente avvilente assistere al solito accaparramento di merito inesistenti. Quando è a tutti noto che se l'ospedale rimarrà autonomo, è per le scelte strategiche compiute dell'attuale management (che ha potenziato i servizi in tempi non sospetti) e la professionalità che ogni giorno dimostrano i tanti operatori che vi lavorano certamente con enormi sacrifici ed abnegazione: siamo anche sì convinti che anche queste difficoltà di personale sono già in valutazione, affrontate e che andranno sicuramente garantite. Di certo l'Ugl non abbasserà la guardia perché, come sempre, mentre gli altri festeggiano meriti non propri, noi ci concentriamo sugli atti concreti che l’Asm e la Regione Basilicata porranno in essere nei prossimi mesi. Perché non basta scrivere in una legge che l'ospedale resta autonomo, bisogna poi vedere quali servizi offre e con quali risorse – concludono Tancredi e Giordano”.
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