Po Fesr, al via secondo lotto reupero Grancia del Ventrile

Piano di Azione Coesione Basilicata del PO FESR 2007-2013, al via il secondo lotto per il recupero e valorizzazione della Grancia del Ventrile

Conservare e valorizzare un patrimonio storico monumentale come la Grancia del Sagittario e del Ventrile per creare un sistema di accoglienza integrato da utilizzare anche per manifestazioni, eventi culturali e creazione di spazi espositivi, fungendo da “ attrattore” per l’area interna del Mercure Alto Sinni Val Sarmento. Con queste finalità la Giunta regionale ha approvato il secondo lotto dell’operazione di "Recupero, Restauro e valorizzazione delle emergenze storico – monumentali del Sagittario e del Ventrile” a valere sulle risorse del Piano di azione Coesione (Pac) Basilicata rinvenienti dal Po Fesr 2007/2013.
L’abbazia di S. Maria del Sagittario con la Grancia del Ventrile costituiscono una importante fondazione cistercense della Basilicata e del meridione d’Italia. L'abbazia di S. Maria del Sagittario fu fondata intorno al 1060 dai benedettini che però l’abbandonarono alla fine del XII secolo e nel 1202 vi subentrarono i cistercensi di Casamari. La storia del monastero del Sagittario si conclude con la soppressione della comunità, agli inizi dell’ottocento, e la successiva demolizione, proceduta dalla dispersione del patrimonio artistico, librario ed archivistico. Il monastero del Sagittario aveva in proprietà diversi mulini, uno era ubicato in località Ventrile, nei pressi della peschiera, il cui meccanismo a ruote orizzontali veniva attivato dall’acqua del Frida; l’altro, sorgeva sul confine orientale del tenimento della Grancia del Ventrile (di cui attualmente si conservano alcuni ruderi): anch’esso funzionava con le ruote orizzontali attivate dall’acqua del Sinni. La Grancia del Ventrile, localizzata alla confluenza del torrente Frida con il fiume Sinni, nel punto in cui la Statale Sinnica incontra la Sp 4 del Pollino, sulla linea di confine tra i Comuni di Chiaromonte e Francavilla in Sinni, con le sue due torri e una chiesa rappresentava il centro di smistamento dei prodotti agricoli e pastorali dell’abbazia principale del Sagittario, con presenza di magazzini, stalle, cantine ed abitazioni dei monaci e del granciere. A differenza dell'abbazia di S. Maria Sagittario del quale esiste la sola torre, la Grancia del Ventrile presenta delle strutture murarie recuperabili e dei volumi ricostruibili. Pertanto, l’intervento di recupero di tale struttura di proprietà di sei Comuni Lucani (Chiaromonte, Francavilla in Sinni, San Severino Lucano, Viggianello, Teana e Fardella), per la propria posizione, rappresenta idealmente una delle “porte” naturali del Parco nazionale del Pollino, accrescendo la “valenza turistica” dell’area interna del Mercure Alto Sinni Val Sarmento
L’operazione si compone di due lotti: il I lotto, per un importo di 2,7 mln di euro, i cui lavori seguiti dalla ex Comunità Montana “Alto Sinni” sono in via di conclusione, ha interessato il recupero e l’utilizzazione di parte dei volumi della Grancia del Ventrile intervenendo, a tale proposito, sul recupero delle strutture murarie, degradate a seguito dell’azione subita nel corso dei secoli dagli agenti atmosferici; il II lotto, per un importo di 2,3 mln di euro ha la finalità di rafforzare ed ottimizzare l’azione di recupero e valorizzazione e prevede la messa in sicurezza e il recupero delle restanti parti dirute del Monumento; la riqualificazione dell’intera area demaniale, limitrofa al monumento; il completamento dell’anfiteatro naturale all’aperto; la realizzazione dei giardini didattici; la realizzazione di un sottopasso alla strada provinciale n. 4 del Pollino per un migliore accesso all’area e la fruibilità della Grancia recuperata.
I lavori del II lotto saranno gestiti da uno dei sei Comuni proprietari della struttura, da individuare in vista della sottoscrizione dell’Accordo di Programma che il Presidente della Giunta ed i sei comuni proprietari si accingono a sottoscrivere.
Le modalità di gestione ed utilizzo del Ventrile saranno dettagliate in un “Piano di Gestione” che i Comuni si impegnano a sottoporre alla Regione Basilicata insieme al progetto cantierabile (definitivo o esecutivo) del secondo lotto.

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