Piano salute, Autilio:“regia” per coordinare fasi attuazione

Per il consigliere regionale dell’Idv ““adesso non ci sono più alibi per raggiungere gli obiettivi al centro della ‘svolta’ innanzitutto di natura culturale-politica-civile imboccata con l’approvazione del Piano”

“Il Piano Salute non è un punto di arrivo ma un punto di partenza per realizzare realmente politiche sanitarie e politiche sociali in una visione che dia centralità alla persona ed alla complessità dei bisogni o delle aspettative che essa esprime nei luoghi di vita e di lavoro e che concepisca e pratichi una cultura della funzione pubblica non svincolata dai confini delle competenze e capace di creare sinergie , continuità di risposta, flessibilità , permeabilità e sussidiarietà. Si impone pertanto l’esigenza di individuare una “regia” in grado di coordinare tutte le complesse fasi che rimandano all’attuazione del Piano”. E’ il commento del capogruppo di Idv, Antonio Autilio, per il quale “adesso non ci sono più alibi per raggiungere gli obiettivi al centro della ‘svolta’ innanzitutto di natura culturale-politica-civile imboccata con l’approvazione del Piano”.

“Il primo scoglio – sostiene Autilio – che noi abbiamo è, pertanto, quello culturale, cioè quello di dover comprendere che i tempi in cui viviamo sono tempi che non ci consentono più di ragionare come una volta, che la medicina, la sanità ha bisogno di livelli più elevati, più di qualità e che, nello stesso tempo, i legami di campanile e di altra natura devono essere allentati. Se questo dovesse funzionare, specialmente di fronte a quella che è stata l'impostazione di questo piano, cioè della creazione delle reti, della creazione di un sistema che possa garantire anche l'ultimo paese, il più lontano paese della nostra Regione, rispetto al centro principale, di poter continuare a godere di una sanità di qualità, di primo livello e non avere problematiche, noi riusciremo sicuramente a raggiungere un obiettivo più generale. Non si devono perdere di vista nella fase più impegnativa che è quella di attuazione del Piano, sempre per non correre il rischio di “deviazioni” di percorso, – afferma ancora Autilio – la condivisione e concertazione che ci attendono con il sistema delle Autonomie Locali (Province, Aree Programma e Comuni), le organizzazioni sindacali e delle categorie professionali, la sanità privata con le sue associazioni sindacali. Di qui l’esigenza di individuare un Coordinamento-Regia permanente che affianchi Assessore-Dipartimento”.

“Occorre ancora evidenziare che i percorsi ipotizzati, per la loro realizzazione, – continua Autilio – necessitano di chiara programmazione che indichi presidi, attività, territori e competenze senza lasciarsi eccessivamente condizionare dal problema dei costi perché ciò che si vuole realizzare è una inversione di tendenza che non può non avere costi. Ma accanto a questo è altrettanto interessante ed importante creare tutta quella rete degli ospedali distrettuali, degli ospedali territoriali e delle altre strutture per garantire tutto un sistema che possa portare a quello che è uno degli obiettivi anche del partito a cui appartengo che è quello di poter concentrare nelle aree più importanti dei servizi di qualità e di eccellenza sotto il profilo proprio della emergenza, sotto il profilo degli interventi di particolare rilevanza, lasciando alla fase curativa, alla fase post intervento primario ad altre realtà, ad altre infrastrutture che possono essere allocate nelle aree non più centrali ma decentrali”.

“In sostanza, da una concezione ‘ospedale-centrica’, che erigeva gli ospedali ad unico riferimento su cui far convergere le esigenze dei cittadini, si passa ad una concezione ‘utente-centrica’, ovvero, che pone i servizi sanitari, sociali e assistenziali, accanto al cittadino, diffusi nel territorio, coordinati dal Distretto. La ‘vecchia’ sanità, principalmente intenta ad erogare cure e trattamenti nei tempi più rapidi per la conclusione del percorso assistenziale per garantire efficienza di budget – conclude Autilio – deve trasformarsi in una “nuova” sanità che ha bisogno, principalmente, di una seria e realistica riconversione del ruolo e delle funzioni dell’esistente, con precisa indicazione delle strutture e dei territori coinvolti”.

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