Piano esiti sanità, Romaniello: conferma criticità sistema

Per capogruppo di Sel in Consiglio regionale “il Piano Sanitario Regionale che è l’autentico banco di prova per la politica sulla reale volontà di mettere al primo posto i bisogni di tutela della salute dei cittadini rispetto alla rete di consensi”

“Non sono un medico ma non credo che il termometro sia l’unico strumento per verificare lo stato di salute del paziente. Ed è quello che penso dopo aver partecipato alla presentazione del Pne di Agenas con la voglia di comprendere di più su metodi e procedure di valutazione anche alla luce di quanto discusso in quarta e quinta Commissione sulla vicenda interna al reparto di cardiochirurgia del S.Carlo, oltre che del lavoro dedicato al Piano Sanitario Regionale, finalmente in dirittura d’arrivo”. E’ il commento del capogruppo di Sel in Consiglio regionale Giannino Romaniello.
 
Nel sottolineare che “non sono facili la lettura e la comprensione del sistema di valutazione data la complessità delle cosiddette variabili rilevate”, il capogruppo Sel aggiunge che “una cosa è emersa con chiarezza e riguarda il fatto che troppo spesso c’è una discrezionalità nella fornitura di dati ed informazioni. Ma ciò non ha impedito a quanti hanno ieri assistito all’illustrazione di avere conferma che le criticità del sistema sanitario lucano, a partire dal funzionamento degli ospedali, non garantiscono ai cittadini della Basilicata qualità ed appropriatezza delle cure uguali a quelle di altre realtà più avanzate in quanto non stiamo nella cosiddetta media nazionale dei parametri di valutazione statistica. Si è confermata, a mio parere, anche se c’è la necessità veramente di meglio comprendere ed analizzare le criticità – continua Romaniello – la percezione che i lucani hanno sulla scarsa capacità del sistema sanitario regionale di migliorarsi per garantire appropriatezza e pari trattamento a tutta la popolazione". 
 
"Quanto all’analisi delle criticità – aggiunge ancora il capogruppo di Sel -, lungi dall’essere letta come la volontà di fare processi a qualcuno che pure ha responsabilità da non scaricare su tecnici e medici, disponendo di strumenti di doveroso controllo, oltre che di programmazione di politiche della salute, essa deve avere l’obiettivo di comprendere a fondo le ragioni che le hanno determinate per introdurre i necessari ed opportuni correttivi. I dati riportati per la cardiochirurghia, come quelli della frattura del femore, piuttosto che il numero ancora eccessivo di parti cesarei in alcune strutture ospedaliere dimostrano che c’è tanto da fare ed in particolare bisogna accelerare il processo di razionalizzazione ed integrazione della rete ospedaliera lucana superando incrostazioni e campanilismi che se garantiscono un po’ di popolarità ad alcuni e benefici per qualche primario, hanno costi eccessivi per l’intera collettività e non elevano prestazioni ed assistenza, oltre a produrre sprechi non più tollerabili". 
 
"E’ evidente che se non si razionalizza si chiederanno ai cittadini ulteriori sacrifici economici di compartecipazione ai costi (gli odiati ticket) operazione su cui non possiamo che esprimere la nostra contrarietà proseguendo la battaglia per impedire che si possa curare solo chi ha i soldi e non pensionati, disoccupati, nuclei familiari monoreddito. L’auspicio – conclude Romaniello – è che i dati Agenas siano utili per le scelte delicatissime che siamo chiamati a fare con il Piano Sanitario Regionale che è l’autentico banco di prova per la politica sulla reale volontà di mettere al primo posto i bisogni di tutela della salute dei cittadini rispetto alla rete di consensi”.   
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