Piano Casa, l’intervento di Santochirico

Il consigliere regionale del Pd, in vista dell’approvazione del Regolamento urbanistico della città di Matera, auspica “un sussulto di responsabilità e un recupero di progettualità”

“Nel novembre del 2008, in piena fase recessiva, Berlusconi lanciò la proposta del Piano casa, ossia deroghe agli strumenti urbanistici e semplificazioni procedurali per far ripartire l'edilizia. Nacque un braccio di ferro con le Regioni che difendevano le proprie competenze, conclusosi con una mediazione per cui le Regioni avrebbero dovuto legiferare in materia entro 90 giorni pena il commissariamento governativo”. E’ quanto afferma il consigliere regionale del Pd, Vincenzo Santochirico il quale ricorda che “la Regione Basilicata nell’agosto 2009 approvò la legge n.25, nella quale, in sede consiliare, furono introdotti anche i programmi integrati di edilizia residenziale e di riqualificazione urbana nei Comuni ad alta tensione abitativa (non previsti nella Ddl della Giunta), poi oggetto di decreti governativi”.

“Nel bando che predispose il Dipartimento Ambiente, di cui allora avevo la responsabilità – ricorda Santochirico – furono posti paletti e vincoli per limitarne l'incidenza, mirando al recupero e alla riqualificazione in ambito urbano. Nel frattempo, e stranamente, nel settembre 2010 sono stati allentati i vincoli consentendo l'estensione dei programmi integrati all'extraurbano e assegnando ai privati l'individuazione degli ambiti di intervento con le cd. manifestazioni di interesse, mentre prima tale compito era rimesso ai Comuni che così conservavano la potestà pianificatoria”.

“Ora – prosegue il Consigliere del Pd – la legge regionale 25/2009 è prossima alla scadenza (ha efficacia per 24 mesi), non siamo più in fase recessiva, il Comune di Matera ha presentato poche settimane fa il Regolamento urbanistico, con cui si disciplina l'intero ambito urbano, ed ha in corso la redazione del Piano strutturale, con cui prevedere come la città ed il suo territorio debbano modificarsi in futuro. E il bisogno di una nuova, trasparente e condivisa pianificazione si avverte sia per invertire la tendenza, accentuatasi negli ultimi vent’anni, a procedere con varianti sia perché Matera si propone di conseguire traguardi (per tutti, la designazione come Capitale della Cultura per il 2019) che assumono la qualità come elemento caratterizzante”.

“In questo scenario – evidenzia Santochirico – si colloca il cosiddetto ‘Piano Casa’ che, secondo un atto all'esame della Commissione urbanistica comunale, ricomprenderebbe 11 ambiti/progetti con una previsione di circa 1200 alloggi, che, all'esito dell'istruttoria, dovrebbero essere ‘ridotti’ a 650 (che si aggiungerebbero ai circa 250 circa già previsti da una variante al Peep di qualche mese fa e ai 75 del Pru di Venusto). Si tratta di una massiccia e grossolana variante urbanistica, un piano (s)regolatore (solo edilizio) che contestualmente ridisegnerebbe il perimetro della città (ampliandolo senza nessuna considerazione sui costi di gestione indotti), altererebbe gli standard pubblici, eliminerebbe spazi collettivi, non realizzerebbe nessuna ricomposizione o ricucitura del tessuto urbano, sarebbe affidato alla ‘casualità’ delle proposte dei privati, avverrebbe al di fuori di qualsiasi forma di partecipazione democratica e di confronto pubblico, sarebbe rimessa al solo peso e gioco degli interessi”.

“Può la città subire – domanda Santochirico – questa ulteriore alterazione del suo tessuto urbano, patire questa compressione del diritto di informazione e partecipazione, rinunciare ad un progetto di qualità della sua forma e dei suoi spazi? Può la politica essere ridotta ad una mortificante registrazione degli interessi della rendita fondiaria ed edilizia? Può la politica abdicare al suo scopo fondamentale di ricondurre le istanze economiche e sociali al bene pubblico della comunità che governa? Staccare una cedola di circa 1000 alloggi in nemmeno un anno di amministrazione, per lo più in assenza di qualsiasi indirizzo pianificatorio, significherebbe imprimere un marchio indelebile al governo cittadino, dando la cifra dell’intera consiliatura. Le voci critiche e perplesse – conclude – che si sono sollevate, così come gli inviti ad una più matura ponderazione vanno ascoltati. Un sussulto di responsabilità e un recupero di progettualità non sono solo auspicabili, ma necessari”.

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