Il segretario e il capogruppo in Regione di Sel: “In Basilicata bisogna indicare una diversa strategia politica che privilegi la libertà della società di offrire idee, talenti, progetti”
“Le recenti nomine alla Società Energetica Lucana, dopo quelle fatte ad Acquedotto Lucano, ripropongono in tutta la sua attualità il tema della qualità della politica e la necessità di un approfondita valutazione degli impatti negativi che produce nel rapporto cittadini Istituzioni”. E’ quanto dichiarano il coordinatore regionale e il capogruppo in Regione di Sel, Carlo Petrone e Giannino Romaniello evidenziando che “Sinistra Ecologia Libertà ha fatto di questo tema, unitamente a quello del petrolio (qualità e futuro sviluppo della Regione), l'asse portante della sua strategia, anche durante la verifica regionale, ed ha scelto di uscire dalla maggioranza alla Regione”.
“I fatti – aggiungono Petrone e Romaniello – dimostrano che avevamo visto giusto. In tutti i tavoli regionali, in ogni riunione abbiamo sempre ascoltato buone intenzioni di offrire segnali di discontinuità, di alzare asticelle, di rapporti coerenti tra dichiarazioni di principio e realizzazioni. Le ultime nomine dimostrano come questo centrosinistra lucano sia inadeguato e il Pd incapace di liberarsi da lotte interne e condizionamenti, di uscire dalle logiche di posizionare ceto politico in un chiaro rapporto spartitorio con il Pdl. Aumenta il numero del Cda, si fanno concorsi personalizzati, aumentano le spese di gestione, tutti i componenti rispondono solo a logiche di assestamenti interni ai partiti e le giustificazioni suonano peggio delle scelte; davvero – si domandano gli esponenti di Sel – si vuol far credere che si intende rafforzare il controllo democratico? E tale rafforzamento può essere assunto in assenza totale di personalità esterne alla politica e ai partiti?” “Il controllo democratico – affermano – si assicura quando si scelgono rappresentanze democratiche che coinvolgano non solo i partiti ma principalmente parti significative della società. All'atto delle ultime nomine nella Sanità avevamo denunciato il rischio di simili conclusioni per le altre nomine, che puntualmente si è verificato”.
Il segretario e il capogruppo in Regione di Sel si pongono, poi, una serie di quesiti: “Può tutto il centrosinistra regionale sottomettersi alle logiche insopportabili di questo Pd? Può riprendere una riflessione di altri partiti, soprattutto di quelli che a livello nazionale vogliono confrontarsi con il Pd per introdurre fatti significativi nella riforma della politica e dei suoi metodi? E' possibile che in Basilicata si rimanga ancorati alla speranza che postazioni e visibilità possano portare consensi elettorali? E tutto il danno che questa politica produce nella coscienza democratica dei cittadini, fino a rafforzare forme di antipolitica, può interessarci solo teoricamente?”
“Non abbiamo mai posto questi problemi, come fanno alcuni, per una deriva moralista – dicono i due esponenti politici. Consideriamo la questione morale come questione politica, che proprio queste continue pratiche ne dimostrano la centralità. Nei prossimi giorni convocheremo una conferenza stampa per chiarire compiutamente le nostre proposte sulla riforma della politica in Basilicata e per produrre dati e cifre di questo sistema di gestione che da un lato mina la fiducia dei cittadini e dall'altro li costringe ad una subalternità indotta dal bisogno, dalla mancanza di lavoro e di prospettiva. Anche in Basilicata – concludono Petrone e Romaniello – bisogna produrre un'alternativa a tutto questo e indicare una diversa strategia politica che privilegi la libertà della società di offrire idee, talenti, progetti. La politica e le istituzioni hanno il dovere di produrre protagonismo sociale, qualità della vita, affermazione di diritti, dimostrando che la politica può realmente essere al servizio della comunità”.