"Senza entrare nel merito dei filoni di indagine da parte della Magistratura sul Centro Olio Val d’Agri, credo che almeno su un punto tutti possiamo essere d’accordo: che finalmente si faccia chiarezza fino in fondo sulla questione che attiene al rispetto della salute e dell’ambiente. “Primum vivere – dicevano i latini – et postea disceptare”: ovvero, la salute a prescindere, non è negoziabile, mentre su tutto il resto si può discutere".
Lo dichiara Vittorio Prinzi (Associazione Bene Comune Viggiano).
"Per circa vent’anni, invece, noi cittadini della Val d’Agri abbiamo vissuto in un “clima avvelenato” di dubbi e sospetti di tutti nei confronti di tutti (politici, funzionari, amministratori, tecnici, operatori sanitari…), con una crescente sfiducia nelle istituzioni, che in verità poco hanno fatto per non meritarsela! Per anni abbiamo coltivato la speranza che potesse essere l’Osservatorio Ambientale ad esclusivo servizio della Val d’Agri, per il controllo dell’attività estrattiva e a tutela della salute e dell’ambiente. Ciò non è stato.. e l’ARPAB non ha mostrato quella “terzietà” necessaria né lo potrà mai essere (almeno nella considerazione dei lucani) fino a quando a dirigerla non ci sarà un “tecnico puro” e di alto profilo, che non debba dar conto al Presidente della Regione di turno.
Pertanto, ogni ipotesi di ripresa dell’attività estrattiva in Basilicata e del COVA e il punto da cui ripartire – aggiunge Prinzi – non potranno prescindere da una puntuale messa a punto dei controlli a tutela della salute e dell’ambiente; e tutto dev’essere calibrato su questo. Solo così si dà un senso al concetto altrimenti vuoto della “sostenibilità”, che tanto piace in questo momento alla classe politica regionale, ma che dev’essere posto al centro di un momento di svolta per avviare la transizione, alla quale stanno già pensando finanche i Paesi principali produttori di greggio, che con i soldi del petrolio hanno già avviato la produzione di energie pulite e forse… presto ce le venderanno! Va rimesso in discussione tutto l’impianto della politica energetica in Italia e la Val d’Agri solo in tale contesto potrà continuare ad offrire il suo apporto al Paese. Diversamente non si può essere ancora disponibili, poiché oltre che contro noi stessi, noi lucani navigheremmo in modo insensato contro la storia! Ecco, dunque, il concetto di sostenibilità, che, da un lato, comprenda l’assoluto rispetto della salute e dell’ambiente e, dall’altro, si coniughi subito con una fase di transizione, che porti presto a perseguire un modello di sviluppo, auspicato da tempo, da quando avremmo dovuto programmare e praticare vie alternative al petrolio, sapendo già che la risorsa si sarebbe prima o poi esaurita. E ciò, in qualche modo, attiene all’idea originaria della vicenda petrolio, quando si auspicava che il petrolio diventasse “risorsa per le risorse”, ossia che l’attività estrattiva, il suo indotto e i suoi proventi aiutassero le insufficienti opportunità del territorio a moltiplicarsi e a svilupparsi. Tutto ciò purtroppo non è accaduto, soprattutto per l’incapacità politica di programmare l‘uso delle risorse e lo sviluppo, in capo alla Regione. E a tal proposito, qualora ci fossero le condizioni preliminari per continuare l’esperienza petrolio, appaiono improcrastinabili e necessari due aspetti: una rinegoziazione sull’intero affaire petrolio da parte della Regione Basilicata con il Governo e le Società petrolifere e l’uso virtuoso delle royalties per investimenti e progetti di sviluppo, per superare al più presto la petrol-dipendenza, con opportunità di crescita parallele ed alternative, senza dimenticare di accantonare una rendita per le generazioni a venire, alle prese con l’incertezza del futuro e con il lascito di un ambiente da disinquinare e bonificare.
E poi, se si vuole spezzare l’umiliante prassi del voto di scambio e le reti clientelari… è indispensabile l’utilizzo dei Centri per l’impiego per le assunzioni – conclude Prinzi – con premialità alle ditte che vi ricorrono. I primi ad essere contenti potrebbero essere proprio i Sindaci, costretti spesso ad un faticoso lavoro di…ufficio per avviamento al lavoro! C’è ben altro da fare per loro: programmare insieme lo sviluppo dei territori, coniugando tutte le risorse possibili, in un momento nel quale occorre un colpo d’ala per sollevarsi eticamente, socialmente ed economicamente! E’ in questione non solo l’immagine, ma la vita stessa di questa nostra terra!"
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