Si chiede di "sostenere la diffusione, sul territorio regionale, delle cosiddette ‘pompe bianche’, ovvero quei distributori, non legati alle grandi compagnie petrolifere e senza marchio, dove è possibile risparmiare sul pieno di benzina e gasolio”.
In premessa i consiglieri sottolineano che “il giacimento della Val d’Agri è il più grande d’Europa su terraferma e rappresenta per l’Italia oltre l’80 per cento della produzione nazionale di greggio, oltre il 6 per cento del fabbisogno energetico nazionale; dal 2000 al 2012 la Basilicata ha maturato circa 700 milioni di euro di royalties sul petrolio; la percentuale di royalties sull’estrazione e produzione di idrocarburi, riconosciuta alla Regione Basilicata e ai Comuni lucani dove sono localizzati pozzi ed impianti, è pari al 10 per cento (di cui il 3 per cento attraverso la card carburanti) ed è una delle più basse praticate nei Paesi e nelle regioni del mondo dove si estrae petrolio; lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi ha portato pochi benefici alla nostra regione, dal momento che nessun investimento è stato fatto per costruire nuove infrastrutture, non è stato risolto l’atavico problema della disoccupazione e dell’emigrazione (si consideri che pochi lucani sono assunti nel comparto estrattivo e tantissimi, purtroppo, continuano ad emigrare), non sono stati rinegoziati i contratti con le società estrattive (si noti che in Paesi come la Bolivia, il Venezuela e l’Ecuador i contratti vengono rinegoziati per portare le royalties oltre il 50 per cento), non si sono avuti sconti sulle bollette di luce e gas, tantomeno sul prezzo della benzina”.<br /><br />“Considerato che – continuano Singetta e Mazzeo – la benzina ha raggiunto prezzi elevatissimi e che, paradossalmente, in una Regione come la Basilicata che da sola ne produce il 6 per cento del fabbisogno nazionale, percentuale destinata, nel giro di pochi anni, a superare il 13 per cento – costa anche più che nella altre Regioni italiane (cosa che non accade presso gli altri Paesi dove si estrae il petrolio: in Venezuela, ad esempio, la benzina è la più economica del mondo – un litro costa circa 7 centesimi – grazie al forte sussidio governativo che permette di mantenerne il prezzo così basso); lo sfruttamento ‘selvaggio’ del nostro territorio non può avere come contropartita i pochi spiccioli del ‘bonus idrocarburi’; in Val d'Agri sono attivi 39 pozzi, da cui vengono pompati circa 90 mila barili di greggio al giorno (una produzione che porta nelle casse della Regione anche 100 milioni di euro l’ anno); all’estrazione ‘selvaggia’ non è seguito il tanto agognato periodo d’oro della Lucania, non c’è stato alcuno sviluppo reale e, ad oggi, la Basilicata continua ad essere una delle Regioni più povere del Paese; il petrolio, oltre a non aver portato ricchezza ai lucani, ha contribuito in misura significativa all’inquinamento dell’ambiente; in diverse realtà territoriali dell’Unione europea e della Repubblica italiana, con differenti motivazioni, sono state introdotte norme che consentono una riduzione delle accise gravanti sui prodotti energetici; in Basilicata, tuttavia, relativamente all’aliquota d’accisa ordinaria, sulla quale, ricordiamo, si paga anche l'Iva con una sorta di assurda tassa sulla tassa), la percentuale è esattamente uguale alle altre Regioni”.<br /><br />“La Regione – sostengono i consiglieri – è ben lontana (e non solo fisicamente) da Paesi in cui la risorsa 'petrolio' è considerato un bene comune. Ad esempio, ai cittadini dell’Alaska (lo stato più esteso degli Stati Uniti), viene ogni anno riconosciuto un assegno di quasi 860 euro ‘a testa’ (non ‘a patentato’ o ‘a famiglia’, ma pro capite). La somma proviene da un fondo (Alaska Permanent Fund), costituito da una parte dei profitti delle estrazioni petrolifere. La Carta Bonus Carburanti che il governo elargisce ai lucani, invece, che peraltro pregiudica la posizione dei non patentati (ai quali alcun beneficio è riconosciuto) rappresenta, al confronto, una ben misera compensazione. La riduzione del prezzo della benzina avrebbe benefici effetti anche sul turismo oltre, naturalmente, ad essere un forte volano di sviluppo; analoga valutazione deve essere fatta nel caso in cui si riesca ad ottenere un contributo sulle utenze sia dei privati che delle imprese: in tal caso, i benefici per un forte incremento dell’occupazione ed una ripresa dell’economia sarebbero molteplici”.<br /><br />Tanto premesso, si legge nel documento, il Consiglio regionale, impegna la Giunta “a prevedere un contributo per ogni cittadino lucano, nonché alle persone giuridiche in loco operanti ed iscritte, da utilizzare per ridurre i costi delle utenze, disponendo uno schema di convenzione che tenga conto del reddito delle famiglie, del numero dei componenti il nucleo familiare e del reddito d’impresa (per le persone giuridiche) ; sollecitare il Governo nazionale affinché si proceda alla defiscalizzazione del prezzo della benzina e degli altri derivati del petrolio, mediante l’eliminazione dell’accisa ordinaria e/o dell’Iva; sostenere la diffusione, sul territorio regionale, delle cosiddette ‘pompe bianche’, ovvero quei distributori, non legati alle grandi compagnie petrolifere e senza marchio, dove è possibile risparmiare sul pieno di benzina e gasolio”.<br />