Petrolio, Mattia: superare le inadeguatezze

Per il consigliere regionale del Pdl dopo l'approvazione della legge sulle liberalizzazioni “l'obiettivo centrale è quello di ampliare le opportunità di lavoro e le prospettive di mobilità e di promozione sociale”

“Continueremo a vigilare e ad agire perché il principio normativo contenuto nella legge sulle liberalizzazioni si trasformi subito negli atti operativi per disporre di nuove risorse e di nuovi strumenti per accompagnare la trasformazione produttiva della nostra regione. Da parte del Presidente e della Giunta c’è però bisogno di individuare un percorso e alcuni strumenti che ci consentano – tutti – di essere coinvolti a pieno titolo nella programmazione degli interventi che sinora è stata lacunosa e in alcuni casi del tutto assente”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Pdl Franco Mattia per il quale “in proposito, una Cabina di Regia o un Tavolo di concertazione, diventati il rimedio per ogni malattia, non possono essere sufficienti”. 
 
Secondo Mattia “l'obiettivo centrale è quello di ampliare le opportunità di lavoro e le prospettive di mobilità e di promozione sociale. E affinché un simile processo di riforma possa conseguire concreti effetti è necessario che sia sostenuto dal più diffuso consenso sociale.  Se questo è lo spirito della manovra che ha ispirato le liberalizzazioni, la norma legislativa avrà ricadute straordinarie per la Basilicata che potrà finalmente finalizzare  le risorse collegate allo sfruttamento delle sue importanti  risorse minerarie  a progetti di sviluppo produttivo ed infrastrutturale del territorio regionale, invertendo l'andamento di questi anni che non ha generato lo sviluppo atteso dalle popolazioni". 
 
"Il primo pensiero – continua il consigliere del Pdl – va al superamento del gap infrastrutturale che continua a rappresentare una 'palla al piede' per le nostre comunità e le prospettive di sviluppo e competitività. Troppi progetti di strade, strutture civili, interporti, porticcioli ed aviosuperfici sono rimasti nei cassetti degli uffici della Regione per mancanza di soldi. Naturalmente gli interventi – come è scritto nell’articolato della norma – si potranno  realizzare nell'assoluto rispetto delle esigenze ambientali e nella applicazione delle migliori pratiche operative in riferimento agli standard   internazionali. Proprio quello che abbiamo chiesto come gruppo Pdl con la mozione presentata il 28 febbraio scorso. E’ questo un punto essenziale e che ci rimanda a quell’esperienza maturata sinora cui facevo riferimento all’inizio. La svolta deve partire da una più efficace ed efficiente azione di monitoraggio, vigilanza e difesa di tutti i fattori territoriali (acqua, aria, terra) e a prevenzione della salute pubblica”. 
 
A parere di Mattia “per la nostra Regione si presenta l’opportunità di avviare, sia pure sperimentalmente, un modello di federalismo fiscale estremamente interessante per le ricadute economiche dirette e che si completerà con la gestione delle risorse idriche, come del resto è stato già definito attraverso l’intesa sul Bacino Idrografico Meridionale che produrrà nuove entrate per l’acqua all’ingrosso ceduta alla Regione Puglia.  In questo ci avviamo a diventare un 'caso' che sarà osservato e monitorato da più parti e pertanto ci carica di grandi responsabilità anche rispetto agli organismi dell’Unione Europea che devono confermarci i fondi per la prossima programmazione 2013-2020. Si dà dunque copertura finanziaria, attraverso una norma legislativa, al Memorandum sul Petrolio, il cui preliminare è stato già sottoscritto tra il Governo Berlusconi e la Regione Basilicata, con l'intervento dei sottosegretari delegati del precedente Governo, Viceconte e Saia. Ora quel negoziato può procedere più speditamente una volta che i decreti interministeriali attuativi della norma siano stati emanati, cosa che noi sollecitiamo e auspichiamo. Proprio con le finalità contenute nella mozione che abbiamo presentato, come gruppo Pdl, il 27 marzo scorso. Quando mancano risorse finanziarie, le nostre risorse naturali (minerarie, idriche, culturali, ambientali) possono diventare una leva per lo sviluppo. Per il Mezzogiorno questo è ancora più vero. Abbiamo il dovere di accompagnare questo processo con strumenti di sostegno finanziario e strategico che interrompano cicli di allocazione improduttiva delle risorse finanziarie, che pure non sono mancate in questi anni e quindi facendo tesoro dell’esperienza del P.O. Val d’Agri che ha dissipato ingenti royalties”.
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