Petrolio, Leggieri: soluzione non è nell’emendamento “farsa”

Il consigliere del M5s ritiene “fuori luogo i facili entusiasmi. Il referendum fa paura perché il risultato non è affatto scontato e soprattutto perché da un punto di vista politico mette in imbarazzo il Pd”

&ldquo;Lasciarsi prendere da facili entusiasmi in una vicenda cos&igrave; complicata come quella legata allo Sblocca Italia, al referendum e alla novit&agrave; dell&rsquo;emendamento che il Governo Renzi avrebbe intenzione di presentare, ci sembra un azzardo. Riteniamo che i facili entusiasmi siano infatti fuori luogo e che prima di esprimere giudizi o di cantar vittoria sia indispensabile approfondire le questioni e leggere bene le carte. Ma soprattutto, prima di lanciarsi in commenti trionfalistici sui giornali, sarebbe opportuno attendere i fatti, quelli reali, concreti e non gli annunci&rdquo;. E&rsquo; quanto afferma il consigliere regionale del Movimento cinque stelle Gianni Leggieri.<br /><br />&ldquo;Certo &ndash; aggiunge l&rsquo;esponente del M5s -, il mezzo passo indietro fatto annunciato dal Governo Renzi, potrebbe far pensare ad una prima vittoria del movimento referendario e di chi ha condotto realmente in questi mesi una lotta serrata contro lo Sblocca Italia, contro il Governo Renzi, contro la sua politica energetica. Ma le perplessit&agrave; sono tante e non possiamo ignorare che non tutto torna. Le perplessit&agrave; espresse ad esempio dall&rsquo;Organizzazione lucana ambientalista (e riassunte in quattro punti principali: a) l&rsquo;emendamento escluderebbe i &lsquo;titoli abilitativi gi&agrave; rilasciati&rsquo;; b) l&rsquo;emendamento non riguarda le intese; c) la cancellazione del &lsquo;carattere di interesse strategico ed indifferibilit&agrave; delle opere petrolifere&rsquo; &egrave; strumentale per il governo; d) la cancellazione del Piano delle aree &egrave; favorevole agli interessi delle compagnie petrolifere) non possono essere certo cancellate. Il testo dell&rsquo;emendamento annunciato dal Governo, peraltro, soddisfa solo tre dei sei quesiti referendari proposti, lasciando di fatto in piedi le questioni relative allo Sblocca Italia e interessate dai quesiti referendari numeri 2,3 e 6, la cui previsione &ndash; salva la disciplina transitoria dettata all&rsquo;art. 38, comma 1-bis che quei titoli temporaneamente manteneva &ndash; era stata tacitamente abrogata dal decreto Sblocca Italia&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Appare con tutta evidenza la confusione che si sta determinando &ndash; afferma ancora Laggieri – e soprattutto il vero intento che il Governo intende perseguire con questa mossa a sorpresa: eludere i quesiti referendari, evitare il voto popolare. L&rsquo;ennesima presa in giro, un modo per aggirare un problema che sta diventando ingestibile per il presidente del Consiglio e per il suo partito: il referendum. Che vi sia allora un tentativo di evitare il voto popolare e di non arrivare alla celebrazione del Referendum &egrave; chiaro, che questo tentativo venga compiuto attraverso strumenti che ancora una volta penalizzano la nostra terra e le altre regioni interessate dai permessi di ricerca di idrocarburi &egrave; un dato acclarato. E&rsquo; di tutta evidenza che le perplessit&agrave; restano tutte e non si riesce proprio a comprendere l&rsquo;entusiasmo espresso nelle ore scorse da qualche esponente politico che ha voluto evidenziare in maniera strumentale una presunta vittoria della strategia del dialogo portata avanti dal governatore Pittella&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Persino il dibattito svoltosi il 15 in consiglio regionale &ndash; prosegue il consigliere del M5s – &egrave; apparso per molti versi surreale, con il presidente Pittella pronto ad assumersi meriti che non gli appartengono. E&rsquo; chiaro allora che la storia che qualcuno vorrebbe raccontare ai cittadini lucani &egrave; una storia a met&agrave;, un racconto che dimentica passaggi importanti e che omette di parlare delle responsabilit&agrave; di chi prima non ha voluto impugnare il decreto Sblocca Italia e poi ha cercato in tutti i modi di ostacolare la via referendaria. Una via che ancora oggi si vuole evitare perch&eacute; si ha paura di ascoltare i cittadini. Peccato che nella partita che si sta giocando, se le cose dovessero andare avanti in questa maniera, gli unici a vincere saranno i petrolieri e chi con loro continua a fare affari sulla pelle dei cittadini&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Fra i tanti paradossi di questa storia – aggiunge ancora Leggieri – vi &egrave; poi il paradosso riguardante il cosiddetto Piano delle aree. Per mesi in Consiglio regionale abbiamo sentito Pittella difendersi dagli attacchi dell&rsquo;opposizione proprio invocando il grande risultato ottenuto raggiunto con la previsione del Piano delle aree. Ora, con un colpo di spugna, l&rsquo;unica presunta e tanto sbandierata vittoria del presidente gladiatore viene cancellata dal Governo Renzi. Naturalmente, sul punto &egrave; calato un silenzio assordante proprio da parte di chi nei mesi scorsi si agitava in aula accusando le opposizioni di malafede e di strumentalizzazione politica. Ancora una volta, quelle opposizioni avevano ragione. In conclusione, il referendum fa paura perch&eacute; il risultato non &egrave; affatto scontato e soprattutto perch&eacute; da un punto di vista politico mette in imbarazzo il Pd ed i suoi esponenti che dopo aver votato a favore dello Sblocca Italia in Parlamento, oggi dovrebbero impegnarsi in una campagna a favore dell&rsquo;abolizione proprio di parti sostanziali di quel provvedimento. Ma se il referendum fa paura alla maggioranza, la soluzione non &egrave; nell&rsquo;emendamento farsa proposto dal Governo che propone una cura ancora peggiore della malattia&rdquo;.&nbsp;

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