Il presidente della seconda Commissione rilancia la proposta che aveva avanzato a suo tempo con una lettera al ministro Barca
“Non sarà qualche decina di milioni di euro in più di royalties, come previsto dall’aggiornamento della produzione di idrocarburi in Basilicata al 6 giugno scorso da parte della Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico, a risolvere il problema che ho posto nelle scorse settimane con la lettera aperta al Ministro Barca”: è il commento del presidente della seconda Commissione (Bilancio -Programmazione) Antonio Autilio (Idv).
“Intanto – aggiunge – il gettito delle royalties spettante al 31 dicembre 2011 direttamente ai Comuni è congelato per effetto del Patto di Stabilità. Si tratta di risorse finanziarie non certo irrilevanti che variano dagli oltre 8 milioni di euro per Viggiano, al milione 300 mila per Grumento Nova, a quasi un milione per Marsico Nuovo e 654 mila euro per Calvello. Si ripropone pertanto – continua Autilio – la necessità di intensificare l’iniziativa, avviata in occasione del Consiglio Regionale dedicato al Patto di Stabilità, per l’alleggerimento dello strumento finanziario a partire dallo “svincolo” delle royalties degli idrocarburi come dei fondi per il terremoto 1980".
"Inoltre, mentre si profila un ennesimo scontro istituzionale per la cosiddetta seconda tranche della card carburanti per effetto della sentenza Tar del Lazio che ha accolto l’ennesimo ricorso della Regione Veneto e sempre in attesa di affrontare il Memorandum d’Intesa sul petrolio che contiene una serie di passaggi istituzionali per procedere all’attuazione delle azioni da mettere in campo, principalmente per le infrastrutture – continua ancora l'esponente dell'Idv -, è più che mai attuale la mia proposta di un disegno di legge del Governo per modificare l’attuale normativa che determina l’ammontare delle royalties del petrolio".
"Il Governo – evidenzia ancora Autilio – si è recentemente espresso in favore di un aumento della produzione nazionale di petrolio e gas fino a coprire il 20% dell’insieme di queste due fonti. E’ più che lecito chiedersi se ciò sia effettivamente possibile ed, eventualmente, a quali condizioni. Facendo i calcoli sugli stessi dati forniti dal Ministero dello Sviluppo economico se da un punto di vista della consistenza delle risorse esiste la possibilità di incrementare l’estrazione annua di idrocarburi fino a coprire dal 12% al 14% del fabbisogno di petrolio e gas (contro l’8,5% del 2010), essa, come ha efficacemente sottolineato Giovanni Lelli commissario straordinario Enea, a parte le incognite connesse alla redditività e ai prezzi prevalenti sul mercato, resta in gran parte legata agli impatti ambientali associati alle attività di estrazione e trasporto, stoccaggio e alla accettazione delle comunità locali residenti in prossimità dei pozzi”.