Il decreto “Sblocca Italia” raddoppierà “trivelle ed estrazioni promettendo un po’ di royalties e di occupazione: solito film già visto in Basilicata”.
Lo sostengono in una nota Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli, portavoce M5S in Parlamento, nell’annunciare che “il gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera presenterà numerosi emendamenti volti a eliminare ogni forma di sussidio e facilitazione che consenta ai gruppi di potere del petrolio di speculare sul territorio italiano e lucano”.
La posizione dei pentastellati è stata chiaramente ribadita in una recente intervista al capogruppo del M5S al Senato Vito Petrocelli: “Siamo contrari ad ogni nuova concessione, ogni nuova attività estrattiva, ogni aumento di barili di petrolio estratti”. “I nostri emendamenti – si legge nel comunicato – sono la sintesi della posizione del M5S sulle energie fossili e in linea con le attività svolte in Parlamento in questa legislatura. Abbiamo innanzitutto proposto la soppressione degli articoli 36 e 38 dello Sblocca Italia, i quali sostanzialmente danno il via libera a qualsiasi operazione speculativa a danno del nostro territorio”.
“Tutte le altre modifiche proposte sono volte a disincentivare le operazioni affaristiche da parte delle compagnie petrolifere”, dichiara la portavoce alla Camera Mirella Liuzzi, spiegando gli emendamenti presentati: “Proponiamo, ad esempio, di equiparare la percentuale delle tasse di concessione governativa agli standard internazionali e ai regimi vigenti negli altri Paesi europei, con particolare riferimento a quello norvegese (dove raggiungono cifre di 15 mila euro per kmq). Se Renzi ha bisogno di soldi, può pretenderli dalle compagnie petrolifere che deturpano la nostra terra, invece che difendere l'indagato Ad dell'Eni”. Liuzzi e Petrocelli ricordano che “in Basilicata il M5S ha presentato una mozione, bocciata in aula, alla quale è stata preferita quella della maggioranza dove si impegnava Pittella a barattare le attuali e future estrazioni petrolifere della Basilicata con le royalties”.
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