“Oltre 80.000 firme di altrettanti cittadini italiani, indignati dall’ultima riforma delle pensioni che ha elevato in modo consistente l’età pensionabile, senza però abrogare la norma che aggancia l’età pensionabile all’aspettativa di vita sono state consegnate in Parlamento”. Ne danno notizia in una nota congiunta la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, l’Anp (Associazione nazionale pensionati) e il patronato Inac ricordando che “in Basilicata sono state raccolte circa 6mila firme contro il blocco della rivalutazione annuale introdotto con la riforma Fornero e contro le modifiche peggiorative per le pensioni di vecchiaia ed invalidità”. Tra le motivazioni che hanno spinto la Confederazione a promuovere la petizione ci sono “il periodico aumento dell’età pensionabile che crea profonda incertezza e sposta continuamente in avanti il momento in cui il lavoratore potrà accedere al pensionamento, senza porre alcun limite di età. Secondo dati del Centro studi economici della Cia lucana ben il 78 per cento dei pensionati della regione (circa 125 mila) percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima. Nelle campagne si vivono le situazioni più difficili: se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle aree rurali la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, inferiori alla soglia di 500 euro mensili. Nelle zone di campagna i “morsi” della crisi sono amplificati e si inaspriscono i toni del disagio sociale, soprattutto per gli ultrasessantacinquenni. Attualmente, infatti, sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a essere vicini alla soglia di povertà: un rapporto di gran lunga più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana, che sfiora il 30 per cento. Gli ultrasessantenni – evidenzia ancora l’Anp-Cia Basilicata – sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro 15 anni raggiungeranno il 25 per cento. Attualmente oltre l´80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani chiede servizi sociali, sanitari e assistenziali pronti ed efficienti”.
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