Patrimonio faunistico regionale, interrogazione di Rosa

Il consigliere regionale di Lb-Fdi: “Le scelte senza senso della Regione Basilicata: non si tiene conto del territorio nel rilascio degli accessi venatori ai non residenti”. Presentata una interrogazione.

&ldquo;L&rsquo;interrogazione &ndash; spiega Rosa – per chiedere spiegazioni alla Giunta e chiedere la revoca della delibera n. 639 del 22 maggio 2012 che consente una cos&igrave; ampia mobilit&agrave; venatoria in favore di cacciatori non residenti in Basilicata a discapito del patrimonio faunistico regionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La Basilicata &ndash; afferma il consigliere – &egrave; la Regione delle scelte senza senso. Le norme vengono modificate, non sulla base dell&rsquo;interesse del territorio e delle Comunit&agrave; lucane, ma per favorire questo o quel gruppo di interessi particolari. E&rsquo; il caso degli accessi venatori, che vengono rilasciati ai cacciatori non lucani in numero superiore a quanto previsto dalla legge e a quanto consentirebbe l&rsquo;estensione del territorio&rdquo;.<br /><br />&ldquo;In concreto &ndash; specifica Rosa – il rilascio degli accessi per l&rsquo;attivit&agrave; venatoria &egrave; sottoposta a limiti numerici rispetto agli ettari di territorio dedicati alla caccia. Criterio che tiene conto della tutela del patrimonio faunistico. Da nostre ricerche &egrave; emerso, per&ograve;, che in Lucania vi &egrave; un numero spropositato di cacciatori rispetto all&rsquo;estensione degli ambiti territoriali di caccia. Vi &egrave; da dire che, inizialmente &ndash; aggiunge – la Regione, con una delibera n. 195 del 21 febbraio 2007, si era adattata al criterio nazionale cacciatore/superfice prevedendo che la disponibilit&agrave; dei posti residui dei permessi, entro i limiti dell&rsquo;indice di densit&agrave; venatorio prescritto, fosse ripartita in accessi articolati di ospitalit&agrave; venatoria in favore dei non residenti. In seguito, con deliberazione n.725 del 14 maggio 2007, abbandonava il criterio numero di cacciatori/superficie dedicata all&rsquo;attivit&agrave; venatoria ed ne adottava uno solo numerico: numero richieste iscrizioni Atc (Ambiti Territoriali di Caccia) di residenza + 1/3 del numero di richieste di iscrizioni provenienti da altri Atc. In questo modo non si teneva conto delle effettive capacit&agrave; del territorio di soddisfare le esigenze dei cacciatori. La delibera &ndash; prosegue Rosa – veniva revocata nel 2011 (n. 1389 del 29 settembre 2011), salvo, poi, essere sostanzialmente ripresa dalla deliberazione n. 639 del 22 maggio 2012 che reintroduce il criterio solo numerico della delibera 725 del 2007&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Anche l&rsquo;Ispra, l&rsquo;Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale &ndash; sottolinea l&rsquo;esponente di Fratelli d&rsquo;Italia &ndash; Alleanza nazionale – ha giudicato negativamente la scelta effettuata dalla Regione Basilicata. La possibilit&agrave; di consentire un&rsquo;ampia mobilit&agrave; dei cacciatori per l&rsquo;esercizio della caccia alla migratoria contrasta con l&rsquo;esigenza di realizzare un pi&ugrave; saldo legame del cacciatore al territorio e di fatto vanifica in gran parte le innovazioni indotte dalla legge 157/92 in materia di disciplina dell&rsquo;attivit&agrave; venatoria. Sganciare il numero di permessi rilasciati per la caccia dall&rsquo;effettiva estensione della superficie dedicata a tale attivit&agrave; contrasta con l&#39;esigenza di conservazione della fauna selvatica e con la tutela delle produzioni agricole&rdquo;.<br /><br />&ldquo;A chi giova tutto questo? Non ai cacciatori lucani &ndash; conclude Rosa – e neanche al patrimonio faunistico della Regione&rdquo;.<br /><br /><br /><br /><br />

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