Parco Gallipoli Cognato, il presidente Atlante su cinghiali

Intervenendo sulla presenza di cinghiali nel Parco di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti, il presidente dello stesso Parco Mario Atlante in una nota sottolinea che negli ultimi dieci anni i danni accertati alle colture agricole e forestali sono misurabili in circa 460.000 Euro.
“Per far fronte a tale problematica e limitare il danno diretto alle colture dell’area protetta (dove, ricordiamo, è vietata la caccia), il Parco ha adottato, nel 2014, il Piano di Gestione della popolazione di cinghiali in esubero approvato dalla Regione Basilicata con il parere favorevole dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente.
Il Piano prevede diversi metodi di controllo di selecontrollo: l’abbattimento selettivo da parte di selecontrollori appositamente formati con la tecnica della girata e l’ausilio di cani limiére, l’abbattimento da postazione fissa (picchetto) sempre da parte di selecontrollori, la realizzazione di recinti di cattura nelle aziende agricole.
Ma il Piano, così disegnato ed attuato, restava monco nella fase successiva all’abbattimento del cinghiale: che cosa ne facciamo – si chiede Atlante – dei cinghiali abbattuti? Rappresentano un ulteriore costo, dovendoli smaltire?
È qui che viene incontro il concetto di filiera corta che già in altre regioni d’Italia ha dato buoni frutti, perché il cinghiale da problema può diventare risorsa.
Nel rispetto delle norme sanitarie regionali, infatti, il Parco ha deciso di dar vita alla filiera corta che prevede che il cinghiale, una volta abbattuto venga condotto presso il mattatoio comprensoriale di Calvello, appositamente convenzionato. Qui, il personale veterinario dell’azienda sanitaria effettua le dovute verifiche sanitarie previste, incluso quelle atte ad accertare se gli animali sono affetti da trichinellosi, una malattia causata da un parassita, Trichinella appunto, che può trasmettersi all’uomo se consuma carne crudo o poco cotta già contaminata. Se i controlli danno esito negativo, il cinghiale viene dichiarato edibile e commerciabile, perciò può essere avviato a macellazione.
E dopo averlo macellato che succede?
Il Parco ha pubblicato un Avviso Pubblico senza scadenza, che ha ha visto già le prime adesioni, per la creazione di una long list di operatori di attività commerciali interessati all’acquisto di carne di cinghiale: ristoranti, agriturismi, macellerie, ecc. che possono comprare la carne di cinghiale a prezzi ridotti e destinarla successivamente alla somministrazione diretta.
Il cerchio, quindi, finalmente si chiude.
La selvaggina – conclude Atlante – è un prodotto pregiato che occupa un posto importante in una alimentazione sana e naturale. Il consumo di tali carni, da sempre appartenenti alla tradizione culinaria delle aree rurali, ha visto negli ultimi anni una crescente richiesta, tanto da suggerire il ricorso agli allevamenti di determinate specie di animali selvatici o l'importazione delle carni da altri paesi. L'interesse per i prodotti di selvaggina, freschi o stagionati, è anche un fattore di attrazione turistica.
Chiudere dunque l’iter di controllo delle popolazioni di cinghiale in sovrannumero con un percorso che conduce anche a fare anche economia locale è, per il Parco di Gallipoli Cognato, un momento di soddisfazione e di raggiungimento dei propri compiti istituzionali che sono la salvaguardia del territorio e la promozione del suo sviluppo e l’avvio di un nuovo iter di collaborazione proficua tra Istituzioni, territorio e imprese locali”.
bas04

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