Per il consigliere del Gm “il presidente delle strutture socio sanitarie assistenziali farebbe bene a pretendere dai suoi associati il rispetto delle regole e a far rispettare tutte le leggi, a partire dai contratti sul lavoro”
“Resto basito dalle dichiarazioni di Clemente, presidente regionale delle strutture socio sanitarie assistenziali che costruisce tutto un ragionamento il cui fine, senza dirlo tende a giustificare quanto accaduto nella struttura dei padri trinitari di Venosa facendo affermazioni in cui i responsabili sono i politici, i sindacati, i lavoratori”.<br /><br />E’ quanto afferma il consigliere regionale del Gruppo misto, Giannino Romaniello che aggiunge. “Questi ultimi a parere del Clemente hanno troppi diritti rispetto agli assistiti come se i diritti degli uni sono indirettamente causa dei non diritti degli altri. Una idea in perfetta sintonia con tanti politici e teorizzatori della destrutturazione della legislazione sul lavoro e sui diritti che in questi ultimi anni ha determinato un abbassamento dei diritti sul lavoro, con effetti devastanti sui bisogni degli stessi cittadini. Teorici dell’uguaglianza con meno diritti per tutti”.<br /><br />“Non c’è dubbio – continua – che le maggiori responsabilità sono in primo luogo di chi quei crimini ha commesso, ma non c’è altrettanto dubbio che sono dei responsabili della struttura che tra l’altro in questo caso pare sapessero dell’andazzo di quanto accadeva, viste le dichiarazioni emerse sulla stampa di chi aveva tentato di evidenziare quanto in alcuni casi aveva avuto sentore di maltrattamenti”.<br />“Il problema dei controlli sicuramente esiste – dice Romaniello – ma questo attiene prima di tutto a chi dirige la struttura accreditata oltre a soggetti esterni, l’azienda sanitaria e la stessa struttura regionale dipartimentale. Nella nota si tenta altresì di affermare che il tema delle assunzioni e delle competenze del personale nulla ha a che vedere con i fatti commessi dimenticando che in questo campo c’è bisogno di personale specializzato e non succube di chi in modo clientelare lo ha assunto. Falso, perché tutti sappiamo che quando si è assunti in questo modo si è riconoscenti e quindi sicuramente non si denuncia chi ti ha dato il lavoro”.<br /><br />“Il Clemente – aggiunge – pertanto piuttosto che prendersela con leggi sulla privacy e le dichiarazioni su quanti hanno giustamente evidenziato la necessità di rivedere le norme su accreditamento e controlli, farebbe bene a pretendere dai suoi associati il rispetto delle regole più elementari nella gestione delle strutture e di far rispettare tutte le leggi, a partire dai contratti sul lavoro”.<br /><br />“Invito pertanto lo stesso – conclude Romaniello – ad avanzare alla politica che critica in modo indistinto ed a cui mi auguro non abbia, ad alcuni, chiesto corsie preferenziali, ad avanzare proposte in grado di valorizzare il ruolo importante che le strutture svolgono in tema di assistenza e nello stesso tempo a meglio regolamentare il sistema dei controlli esterni ed in primo luogo quelli interni responsabilizzando in modo adeguato le varie figure, evitando di difendere chi è indifendibile”.<br /><br />L.C.<br />