Olio d'oliva, Coldiretti: valorizzare prodotto italiano

Con l’invasione storica di olio di oliva tunisino, che ha visto aumentare del 734 per cento le importazioni nel 2015, è necessario difendere dalle truffe il Made in Italy, che quest’anno può contare su una produzione da record dal punto di vista qualitativo pari a circa 299 mila tonnellate, in aumento rispetto ai risultati disastrosi dello scorso anno. 
In Basilicata la superficie coltivata ad olivi supera i 30 mila ettari ed è distribuita sull’85% del territorio regionale. Il 57% circa in provincia di Matera ed il restante 43% in provincia di Potenza. Il 10% della produzione è coltivata con metodi biologici. 5 milioni, in totale, le piante di olivo presenti che svolgono una funzione protettiva del paesaggio, di difesa dell’ambiente e del suolo da erosione e smottamenti. In condizioni ottimali la produzione di olio extra vergine di oliva della Basilicata con 5 mila tonnellate all’anno rappresenta il 6% della produzione lorda vendibile regionale e circa il 2% di quella nazionale. Nell’offerta di qualità dell’olio extra vergine lucano si annovera anche la Dop “Vulture”. Tra le varietà più diffuse e utilizzate per la produzione di qualità destinata all’imbottigliamento si trovano: Coratina, Leccino, Ogliarola del Vulture e del Bradano, la Maiatica. L’olio, dal fruttato medio-leggero, si distingue per una presenza persistente di dolce e piccante.
“L’importanza del comparto anche in Basilicata ci deve spingere a difendere un simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea, attuando pienamente le norme già varate con la legge salva olio, la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata”, ha affermato il presidente della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto, che si dice preoccupato anche per il via libera annunciato dalla Commissione Europea all’aumento del contingente di importazione agevolato di olio d’oliva dal Paese africano verso l’Unione europea fino al 2017, aggiungendo ben 35mila tonnellate all’anno alle attuali circa 57mila tonnellate senza dazio già previsti dall'accordo di associazione Ue-Tunisia.
“Per valorizzare concretamente il prodotto italiano di qualità verso i principali mercati di destinazione europei ed extraeuropei bisogna far leva sul piano olivicolo nazionale, che destina risorse interessanti al settore per incrementare la produzione nazionale; sostenere attività di ricerca; stimolare il recupero varietale e la distintività e sostenere ed incentivare strumenti di aggregazione dell’offerta” conclude Quarto.
Il consiglio della Coldiretti ai consumatori è quello di guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Se si vuole comperare un buon extravergine italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione.

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