Occupazione, Napoli: in netto calo in Basilicata

Il consigliere regionale del Pdl – Forza Italia, facendo riferimento allo studio pubblicato da Confindustria: “Check-up Sud: in Basilicata nell’ultimo anno persi 3800 posti di lavoro”

&ldquo;Nei primi nove mesi del 2017, rispetto allo stesso periodo dell&rsquo;anno precedente, il Mezzogiorno fa registrare un incremento di quasi 109 mila occupati, gran parte dei quali (ben 65 mila unit&agrave;) concentrati in due regioni, Campania e Abruzzo, mentre in Basilicata il numero degli occupati &egrave; addirittura in calo di 3800 unit&agrave;, un dato sconfortante che la dice lunga sulla incapacit&agrave; della nostra Regione di sfruttare il vento della ripresa che da pi&ugrave; di un anno soffia sul Sud del Paese&rdquo;.<br /><br />A dichiararlo, in una nota Michele Napoli, presidente del Gruppo consiliare Pdl – Forza Italia, con riferimento al tradizionale studio elaborato da Confindustria sullo stato di salute del Mezzogiorno d&rsquo;Italia.<br /><br />&ldquo;Il report elaborato da Confindustria in collaborazione con il Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno – prosegue Napoli – conferma ancora una volta il fenomeno della estrema diversificazione territoriale della ripresa economica in questa parte del Paese, dove gli occupati sono abbondantemente tornati sopra la soglia dei 6 milioni, anche se ancora&nbsp; inferiori di circa 200 mila unit&agrave; rispetto ai livelli occupazionali del periodo pre-crisi, e le performance migliori vengono dalle regioni (Campania, Abruzzo e Sardegna) che possono vantare una pi&ugrave; solida base imprenditoriale, che le istituzioni regionali sono riuscite a consolidare, garantendo loro opportunit&agrave; di crescita attraverso investimenti in innovazione e ricerca&rdquo;.<br /><br />&ldquo;I dati poco lusinghieri della Basilicata sul fronte dell&rsquo;occupazione – conclude l&rsquo;esponente di Forza Italia – confermano quanto sia fallace l&rsquo;idea che il lavoro si possa creare per legge, laddove le dinamiche occupazionali sono effetto della crescita economica guidata dalle imprese, nelle cui mani risiede la capacit&agrave; di innovazione dell&rsquo;economia e alle cui esigenze deve essere indirizzata la spesa pubblica per investimenti, ferma sui minimi da molti, troppi anni&rdquo;.<br />

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