Nuovo modello produttivo lucano, mozione Forza Italia

Presentata nel corso di una conferenza stampa dai consiglieri regionali del gruppo Pdl – Forza Italia, Michele Napoli e Paolo Castelluccio, la mozione “Giù l’IRAP” per favorire sviluppo, imprese ed occupazione

Una proposta per un nuovo modello di sviluppo a favore del sistema produttivo lucano nell&rsquo;ambito della mozione &ldquo;Gi&ugrave; l&rsquo;IRAP&rdquo; che sar&agrave; presentata nel corso della prossima seduta del Consiglio regionale. La riduzione dell&rsquo;aliquota Irap (Imposta regionale sulle attivit&agrave; produttive) che, attualmente, corrisponde al 3,9 per cento del fatturato e che grava su circa 50mila soggetti imprenditoriali lucani, con una media di 5.500 euro l&rsquo;anno e un gettito annuo tra i 150 e i 170 milioni &egrave; la finalit&agrave; della mozione che contempla la revisione della spesa sostenuta in forma di &lsquo;sussidi e aiuti alle imprese&rsquo; per favorire, con la riduzione della pressione fiscale, sviluppo ed occupazione.<br /><br />&ldquo;Cambiare il rapporto tra politica e societ&agrave;; riduzione dell&rsquo;Irap rivolta al sistema imprenditoriale lucano; eliminazione delle diseconomie che rendono meno attrattivo il territorio regionale: questi &ndash; ha sottolineato Napoli – i punti cardine per uno sviluppo produttivo reale della Basilicata. Una riduzione dell&rsquo;Irap &ndash; ha spiegato &ndash; pari all&rsquo;ammontare degli aiuti alle imprese da utilizzare per gli investimenti, la ricerca, la valorizzazione del capitale umano, le vere leve della crescita. Riduzione, quindi, non abbattimento dell&rsquo;Irap, &lsquo;la tassa pi&ugrave; antipatica per gli imprenditori che si applica sul fatturato, non sugli utili e proprio per questo ancor pi&ugrave; odiata. La mozione indica un nuovo modello di sviluppo lucano, evidentemente diverso da quello sin qui adottato e che non ha certamente dato i frutti sperati. L&rsquo;obiettivo dell&rsquo;abbattimento dell&rsquo;Irap (non eliminazione, ( il 90 per cento del gettito &egrave; utilizzato dalle Regioni per finanziare il Fondo sanitario nazionale, ripartito poi, tra le Regioni e copre il 30 per cento della spesa sanitaria) per favorire nuovi contratti con i giovani, aumentando e migliorando, nel contempo, la produzione. Abbiamo sin qui assistito &ndash; ha fatto notare Napoli &ndash; al fallimento delle politiche imprenditoriali, basate sull&rsquo;ormai obsoleto sussidio alle imprese. Quello che occorre &egrave; una nuova mentalit&agrave;, una vera svolta culturale, eleminando i tanti squilibri anche territoriali e dando ampio respiro ad un sistema basato sulla informazione e su un ruolo finalmente di primo piano per l&rsquo;Universit&agrave; della Basilicata. La possibilit&agrave; di dare ampio spazio alla scelta imprenditoriale &ndash; ha detto -&nbsp; al posto di quella che fino ad ora &egrave; stata la pi&ugrave; semplice: quella di distribuire contributi a pioggia. Prima di tutto, quindi, accantonare la logica dirigistica&nbsp; e, poi, chiudere la cattiva prassi che vede gli imprenditori aggirarsi per i vari Dipartimenti in cerca della panacea per i &lsquo;loro mali&rsquo;. Quello che vogliamo &egrave; la figura dell&rsquo;imprenditore che &lsquo;non opera in Regione&rsquo;, ma nell&rsquo;ambito della propria azienda, tralasciando l&rsquo;ingerenza della politica e dedicandosi alla qualit&agrave; ed alla quantit&agrave; del proprio prodotto, attraverso un approccio di tipo diverso all&rsquo;intero sistema imprenditoriale lucano. E quando &ndash; ha precisato Napoli &ndash; l&rsquo;assessore Liberali si assume i meriti per alcune decisioni prese, vedi EcoSunPower, dimostra di essere come &lsquo;Alice nel paese delle meraviglie&rsquo;, non sapendo, evidentemente, che si tratta di situazioni denunciate e per le quali ci si batte da anni, dal 2011 per la precisione&rdquo;.<br /><br />Il consigliere Castelluccio ha ribadito che &ldquo;l&rsquo;idea di fare impresa, allo stato attuale, vive semplicemente nella mente di qualche illuminato stratega che, per&ograve;, non d&agrave; seguito a ci&ograve; che pensa, tanto meno a quello che andrebbe attuato. In Basilicata, in realt&agrave;, l&rsquo;impresa non esiste, non esiste alcuna credibilit&agrave; nei confronti della politica. Le lungaggini burocratiche tra l&rsquo;idea produttiva e la sua attuazione fanno s&igrave; che si viva in una fase di assoluto stallo, cui si aggiungono i pignoramenti di Equitalia, mentre la Regione continua ad essere a dir poco &lsquo;distratta&rsquo;. Nel 2014 le dinamiche produttive in Basilicata sono state molto deboli e dall&rsquo;analisi dei principali indicatori macroeconomici si rileva una contrazione del Pil pari all&rsquo;1,9 per cento con il netto peggioramento delle stime di inizio anno che prospettavano una flessione dell&rsquo;indicatore dello 0,1 per cento. Nell&rsquo;anno in corso &ndash; ha continuato Castelluccio riprendendo quanto enunciato nella mozione &ndash; le proiezioni dei principali istituti di ricerca prospettano una persistenza della fase recessiva. Questa tendenza segue una congiuntura severissima e sfavorevole che, dal 2008, anno di inizio della crisi,&nbsp; ha comportato per la nostra regione una perdita pari a 15 punti percentuali di Pil (secondo lo Svimez tale dato sarebbe ulteriormente negativo, con l&rsquo;indicatore al &ndash;18,2 per cento), una contrazione della produzione industriale del 30 per cento ed un tasso di disoccupazione reale comprensivo dei neet che sfiora il 30 per cento&rdquo;.<br /><br />I dati che si evincono dalla mozione sono eloquenti: &ldquo;la Basilicata, in termini assoluti &ndash; hanno rimarcato i consiglieri &ndash; ha perduto 2 miliardi di euro di Pil dall&rsquo;inizio della crisi con una platea di quanti non lavorano pari a 86.000 unit&agrave;, una disoccupazione giovanile (15-24 anni) al 55,1 per cento, con ben 12 punti percentuali in pi&ugrave; rispetto al dato medio nazionale (43,1 per cento). Gli interventi di sostegno al tessuto produttivo posti in essere negli ultimi anni dal Governo regionale hanno prodotto effetti distorsivi, ovvero hanno alimentato, piuttosto che alleviare, i ritardi di sviluppo delle aziende lucane. I dati di Movimprese (natalit&agrave;/mortalit&agrave; delle imprese) hanno fatto registrare per la Basilicata, nell&rsquo;anno 2013, un saldo negativo di 177 unit&agrave; ed un tasso di crescita negativo dello 0,29 per cento, mentre per il 2014 il saldo &egrave; positivo per sole 7 unit&agrave; ed il tasso di crescita resta nettamente al di sotto del dato medio nazionale. La Calabria e la Campania, da sempre alle prese con gli effetti del sottosviluppo economico, sempre nel 2014, hanno fatto registrare tassi di crescita pari all&rsquo;1 per cento. L&rsquo;impegno nello stanziamento di risorse in conto capitale deputate a generare sviluppo, alla prova dei fatti hanno fallito nell&rsquo;obiettivo, come dimostra il rapporto tra stanziamenti definitivi e impegni che si attesta al 24 per cento (nell&rsquo;ambito delle spese in conto capitale &egrave; uno dei peggiori dati&nbsp; tra tutte le Regioni d&rsquo;Italia) o la concreta efficacia di alcuni programmi economici (Val d&rsquo;Agri – Melandro – Sauro Camastra, Senisese, Reddito Ponte, Fondo di Garanzia per Investimenti). Concessi sussidi alle imprese per 41 milioni di euro nel 2011, 35 milioni nel 2012, 36 milioni nel 2013 ( 29 dei quali concessi dall&rsquo;attuale Presidente della Giunta in qualit&agrave; di Assessore alle Attivit&agrave; produttive) e 40 milioni nel 2014&quot;.<br /><br />&quot;Con questa &lsquo;politica degli incentivi&rsquo; la Giunta regionale – hanno rilevato Napoli e Castelluccio -&nbsp;ha, di fatto, rinunciato ad eliminare i fattori delle diseconomie regionali (deficit infrastrutturale, stretta creditizia, scarsi investimenti in innovazione, inadeguata valorizzazione del capitale umano frutto della scarsa efficacia di Universit&agrave; e scuole di formazione e livelli di tassazione elevati e del tutto sproporzionati alla qualit&agrave; e quantit&agrave; di servizi erogati alle imprese), preferendo compensare le stesse, per un tempo indefinito, con semplici trasferimenti monetari. &lsquo;Il sistema di sussidi alle imprese&rsquo;, ad eccezione di quelli destinati al finanziamento delle spese per ricerca e innovazione delle piccole e medie imprese e delle start up innovative, ha determinato, in Basilicata, effetti distorsivi delle fisiologiche dinamiche del mercato perch&eacute; ha indotto gli imprenditori a partecipare al &lsquo;mercato politico degli incentivi&rsquo;, nel senso di orientare la propria attivit&agrave; ad accaparrarsi gli aiuti di matrice regionale, piuttosto che a soddisfare la domanda dei consumatori mediante, ad esempio, la creazione di nuovi prodotti o la ricerca di nuovi mercati. Le risorse, pertanto, messe a disposizione dal sistema pubblico regionale, si sono indirizzate pi&ugrave; al vantaggio individuale degli imprenditori che all&rsquo;accrescimento delle produzioni di valore delle imprese, con effetti pressappoco nulli in termini di crescita occupazionale. A dimostrazione di ci&ograve; i tanti programmi regionali di reindustrializzazione di siti dismessi non andati in porto, mirabili esempi dell&rsquo;incapacit&agrave; di accompagnare ai finanziamenti pubblici i capitali privati di rischio necessari al rilancio delle attivit&agrave; produttive e alla salvaguardia dei livelli occupazionali&quot;.<br /><br />&quot;Una riduzione della spesa pubblica nel suo complesso &ndash; hanno concluso Napoli e Castelluccio – se destinata a diminuire la pressione fiscale, ha effetti espansivi sull&rsquo;economia e favorisce davvero la crescita economica. Per ridare ossigeno all&rsquo;apparato produttivo regionale &egrave; essenziale ridurre il carico fiscale sulle imprese e l&rsquo;Irap rappresenta una voce rilevante&rdquo;.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />

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