Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi. Piernicola Pedicini, come primo firmatario, ed altri tre portavoce eurodeputati del M5s, hanno presentato un'interrogazione alla Commissione europea in cui chiedono di sapere "se è informata sulla gestione delle scorie nucleari italiane e quali misure intende intraprendere per salvaguardare la sicurezza dei cittadini".
Nell'interrogazione, i portavoce del M5s Europa mettono in evidenza che per il rispetto della direttiva europea 70/2011 tutti gli Stati membri della Ue stanno pianificando le misure necessarie per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Il governo italiano, invece, – viene affermato nel documento parlamentare – nonostante abbia fatto predisporre alla società pubblica Sogin Spa la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi) per la localizzazione del sito nazionale di rifiuti radioattivi, e nonostante il progetto sia già al vaglio dei ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo, non sta rispettando tre importanti adempimenti previsti dalla direttiva europea.
Primo adempimento non rispettato: l'Italia non si è ancora dotata di un Programma nazionale per i rifiuti nucleari come previsto dall'art. 11 della direttiva. Secondo aspetto: non è ancora in pieno esercizio l'Autorità di regolamentazione competente (Isin). Terza questione: non risulta che l'Italia abbia presentato una relazione sull'attuazione della suddetta direttiva europea così come previsto dall'art. 14.
"Abbiamo presentato questa interrogazione – commenta Pedicini – perché anche su un tema pericoloso e delicatissimo come quello della gestione dei rifiuti nucleari il governo Renzi mostra il suo pressapochismo e la sua inefficienza. Tale situazione, – continua il portavoce pentastellato – oltre a generare apprensione tra le popolazioni residenti, nelle zone dove ci sono impianti nucleari attivi o dismessi o dove si ipotizza che potrebbe essere realizzato il deposito unico nazionale delle scorie, potrebbe legittimare la Commissione europea ad intraprendere una o più azioni nei confronti dell’Italia per l’apertura di una procedura d’infrazione.
La questione – aggiunge Pedicini -, essendo estremamente complessa e articolata, va affrontata con la massima trasparenza e un ampio coinvolgimento diretto dei territori interessati, considerato che, secondo le norme europee accettate anche dall'Italia, il sito unico nazionale dovrebbe essere attivo entro il 2024".
bas 02