“La proposta del “nuovo” piano della scuola del Governo Renzi, prima di tutto, conferma l’utilizzo del consolidato metodo antidemocratico già utilizzato nel 2008 da un altro schieramento politico che vede la preparazione e l’approvazione di un decreto legge durante il periodo estivo quando, guarda caso, si interrompono le attività didattiche e le scuole sono vuote del personale docente e degli studenti”. Lo sostiene in una nota Eustachio Nicoletti, segretario regionale della Flc Cgil, Basilicata che aggiunge “il sottosegretario Reggi, come un orologio svizzero, il 2 luglio scorso nell’intervista al quotidiano “La Repubblica”, anticipa i capisaldi del un “nuovo” piano per la scuola: istituti aperti fino alle ore 22, raddoppio dell’orario settimanale flessibile e più lungo per tutti i docenti (36 ore per tutti), premi per i docenti con incarichi aggiuntivi (vicepresidenza, coordinamento, laboratori o competenze specifiche su inglese o informatica), formazione obbligatoria, supplenze brevi assegnate ai docenti di ruolo. Proposta che diventerà una legge delega nei prossimi quindici giorni. Ancora una volta, per raggiungere finalità ideologiche, si utilizzano i soliti slogan e stereotipi (gli insegnanti che lavorano solo fino a giugno e solo la mattina) senza considerare gli impegni reali dei docenti come le ore di preparazione delle lezioni e correzione dei compiti, le attività aggiuntive, i corsi di recupero, il ricevimento genitori, i consigli di classe, i collegi docenti, gli esami di stato e l’autoformazione”. Nicoletti afferma che “gli insegnanti italiani le 36 ore le fanno già”. Secondo il leader sindacale di categoria si tratta de “la solita pratica dei tagli lineari con la vecchia richiesta, di stampo montiano: far lavorare gratuitamente i docenti (dopo 7 anni di blocco dei contratti) e licenziare i precari; di questo si tratta, altro che incentivazione del lavoro. Manca una qualsiasi idea sul modello di scuola pubblica, perché manca un’idea di futuro, di quale paese vogliamo, di quale modello di sviluppo. La scuola italiana ha bisogno di riforme e non di slogan. Pertanto, la Flc Cgil di Basilicata – conclude Nicoletti – invita tutto il personale della scuola (dirigenti, docenti e personale Ata), dell’Università e della Ricerca, dell’Afam, gli studenti, i genitori, i precari, i cittadini a partecipare a tutte le iniziative di mobilitazione che saranno in atto nei prossimi giorni”.