“Al cronista non deve essere apparso come vero. Avere tra le mani uno scoop: avrà sbirciato da qualche parte, avrà dedotto con logica sherlockiana il postulato che da mesi gli frullava in testa. Chiariamo subito: non sono un ladro”
“Preceduto da un post del direttore de Il Quotidiano della Basilicata sulla sua pagina di Facebook e Twitter (Domani imperdibile numero del Quotidiano della Basilicata. E non solo per immagini presepio piazza San Pietro) incuriosiva la novità di prima pagina del giornale di oggi (29 novembre). Un titolo ad effetto, come sempre”. E’ quanto dice il consigliere regionale di “Io Amola la Lucania”, Alfoonso Ernesto Navazio.
Continua Navazio : “senza foto però, probabilmente perché non le avevano a colori. Mi ritrovo, insieme ai colleghi non residenti nel capoluogo di regione, indagato a mezzo stampa. Un articolo a metà tra il fumoso, tecnicismi a parte e lo ‘sputtanamento’ di un’ intera classe politica senza fare distinzione di sorta, destra e sinistra. Al cronista non deve essere apparso come vero. Avere tra le mani uno scoop: avrà sbirciato da qualche parte (qualcuno glie lo ha consentito?), avrà dedotto con logica sherlockiana il postulato che da mesi gli frullava in testa. Chiariamo subito: non sono un ladro! Basta questa affermazione? Occorre dimostrare altro? Non mi sottraggo alle congetture e alle illazioni. E sono pronto, come sempre, a confrontarmi in ogni luogo per vedere le ‘famose’ carte. Tutte. Nessuna esclusa. D’altra parte, in sintesi, sul sito www.ernestonavazio.it sono riportate le somme in entrata e in uscita di tutto ciò che è stato fatto in questi circa due anni di legislatura. Il problema è un altro. A chi giova tutto questo? Quale il confine tra il diritto di cronaca e il diritto alla riservatezza di atti che a me, ad oggi, sono sconosciuti? Artatamente si omette di spiegare il fatto e le circostanze su cui si fanno le illazioni in modo da impedire al cittadino la valutazione autonoma dei comportamenti. Sembrerebbe che si tratti di rimborsi che seguono una procedura amministrativa, semplice ed automatica (allora dov’è il reato?). Sono certo del mio corretto comportamento (e non è un modo dire di circostanza). Chi è venuto in possesso del segreto istruttorio dimostrasse il contrario. Sul giornale, in piazza, in qualsiasi luogo. Invece si è preferito, e ciò durerà parecchi giorni, in barba a qualsiasi segreto istruttorio (ma qualcuno verificherà se si tratta di un segreto poi?) far partire, per un pugno di copie, un processo mediatico. Non è concesso nemmeno il beneficio del dubbio. No. Bisogna metterli alla gogna, così sono neutralizzati. Tutti. Tutti uguali. Tutti con le unghie sporche. Nessuno escluso. Non intendo abbassare lo sguardo. E non intendo entrare nel circo delle dichiarazioni o delle giustificazioni o dello scaricabarile sugli uffici. Semplicemente ritengo doveroso affermare con forza la mia dignità. Che piaccia o no a qualcheduno”.
“Mi chiedo, però – dice Navazio – è possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla? È possibile che una legge regionale si presti a diverse interpretazioni a secondo degli umori del Paese? Una legge regionale di circa dieci anni fa, una legge applicata sempre alla stessa maniera dagli uffici. Una legge che qualcuno, forse, vuole che diventi terreno di scontro istituzionale fra i diversi poteri dello Stato! Si potrebbe di dire di più se solo servisse questa nota. Il direttore e il cronista sicuramente la commenteranno. Fino a un certo punto, ovviamente. A me interessa solo il titolo, e scusate, lettori, se un po’ forte. Non sono un ladro!”.