Napoli: “Siamo fortemente interessati a salvare la sanità”

Il capogruppo Pdl-Fi nel soffermarsi sulla vicenda dei turni di lavoro del personale medico e sul ddl approvato dal Consiglio, giudica necessario “riportare i cittadini al centro delle politiche sanitarie regionali”

&ldquo;La direttiva europea che prevede che anche l&rsquo;Italia, a partire dal 25 novembre, si dovr&agrave; attenere a quanto previsto appunto dalla normativa europea in tema&nbsp; di turni ed orari di lavoro di medici ed infermieri, cio&egrave; le ore massime di lavoro settimanale devono essere 48, i turni pi&ugrave; lunghi saranno al massimo di 13 ore e dovranno essere garantire almeno 11 ore di riposo, rischia di condurre alla paralisi ampi settori di Asl ed ospedali lucani, specie per quanto attiene ai servizi di emergenza urgenza&rdquo;. E&rsquo; quanto afferma il capogruppo Pdl-Fi, Michele Napoli che aggiunge: &ldquo;E&rsquo; questa l&rsquo;unanime previsione di sindacati, direzioni aziendali ed esperti del settore. E domani 16 dicembre con l&rsquo;obiettivo di &lsquo;salvare il Servizio sanitario nazionale&rsquo; i medici incroceranno le braccia per lo sciopero generale dell&#39;intera giornata. Per la prima volta si fermano medici di famiglia, ospedalieri e addetti degli ambulatori: il governo cambi registro o il sistema sanitario nazionale muore, dicono i sindacati, questa volta compatti&rdquo;.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; innegabile &ndash; prosegue Napoli – che la Giunta si &egrave; fatta trovare impreparata sulla vicenda, alla luce della semplice considerazione che la Direttiva Europea sull&rsquo;orario di lavoro del personale medico &egrave; del&nbsp; 2003 e, pur&nbsp; volendo chiudere un occhio sulla scarsa conoscenza del diritto europeo da parte dei responsabili del Dipartimento Sanit&agrave;, non si pu&ograve; chiudere anche l&rsquo;altro al cospetto di una normativa nazionale, quella contenuta nella legge 161 dell&rsquo;ottobre 2014, con la quale il Paese ha posto rimedio al mancato adeguamento alla direttiva europea e alla conseguente procedura di infrazione intentata dalla Commissione Europea. Con il DDL n&deg; 80 presentato dalla Giunta ed approvato dal Consiglio il 26 novembre si &egrave; cercato sostanzialmente di prendere tempo, cio&egrave; di far slittare a luglio 2016 l&rsquo;applicazione della normativa europea sull&rsquo;orario di lavoro, permettendo cos&igrave; &lsquo;ad un comitato tecnico composto da rappresentanti della regione e delle strutture sanitarie regionali&rsquo; di riorganizzare i servizi sanitari&nbsp; nell&rsquo;arco temporale che va dal 25 novembre a luglio 2016, questo perch&eacute; se si applicasse da oggi, come vuole la legge n&deg;161, la disciplina europea sull&rsquo;orario di lavoro sarebbero a forte rischio molte prestazioni sanitarie in virt&ugrave; della minore durata dei turni di lavoro svolti dal personale medico e in virt&ugrave; del maggiore riposo giornaliero cui avrebbe diritto tutto il personale sanitario&rdquo;.<br /><br />&ldquo;A prescindere dai dubbi di legittimit&agrave; costituzionale che il Disegno di Legge della Giunta presenta, sia rispetto alla legge nazionale sia rispetto alla direttiva europea&nbsp; &ndash; continua l&rsquo;esponente di Fi – esso si riveler&agrave; ben presto inefficace perch&eacute; pretende di assimilare la riorganizzazione del Sistema Sanitario Regionale a quella di una azienda qualsiasi. Purtroppo non &egrave; cos&igrave; semplice. Il sistema sanitario si avvale di professionalit&agrave; ben definite ed &egrave; caratterizzato da ambiti di specializzazione difficilmente modificabili. Non si pu&ograve; spostare un ginecologo in cardiochirurgia o in emodinamica sulla base di una carenza di organico in cardiochirurgia e di un eccesso di personale in ginecologia, cos&igrave; come avviene in una aziende che produce automobili, dove l&rsquo;addetto alla verniciatura pu&ograve; con un semplice periodo di affiancamento passare al reparto montaggio. La soluzione alle carenze di organico che si determinano per effetto dell&rsquo;applicazione della direttiva europea sull&rsquo;orario di lavoro non pu&ograve; che essere rappresentata quindi che da nuove assunzioni di personale sulla base delle reali esigenze dei reparti. Ma c&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;: l&rsquo;aspetto pi&ugrave; grottesco della vicenda &egrave; che la maggioranza di governo non &egrave; riuscita a cogliere gli effetti positivi sull&rsquo;assistenza sanitaria che la direttiva europea sull&rsquo;orario di lavoro introduce. I medici sono da anni spesso esposti ad autentiche maratone lavorative che comportano turni di lavoro che, a causa delle continue emergenze, si protraggono per moltissime ore, con&nbsp; il conseguente rischio di erogare prestazione oggettivamente delicatissime in condizioni di stress e stanchezza fisica e mentale. Una cosa &egrave; certa: da stanchi si sbaglia di pi&ugrave;.&rdquo;<br /><br />&ldquo;Una costatazione &ndash; continua ancora Napoli&nbsp; – che non pu&ograve; certo sfuggire ai direttori delle strutture sanitarie lucane che hanno visto negli ultimi anni crescere in maniera esponenziale l&rsquo;entit&agrave; dei risarcimenti corrisposti ai pazienti vittime di errori sanitari o di veri e propri casi di malasanit&agrave;. Le compagnie di assicurazione si rifiutano di stipulare contratti di assicurazione con gli ospedali proprio perch&eacute; considerano poco vantaggiosi questi contratti, essendo costrette a corrispondere indennizzi enormemente superiori all&rsquo;entit&agrave; dei premi incassati. E&rsquo; questo il motivo per cui le aziende ospedaliere sono state costrette ad accantonare in bilancio risorse dirette a far fronte ai risarcimenti richiesti dai degenti che hanno riportato danni fisici per effetto delle prestazioni cui si sono sottoposti. Il paradosso &egrave; quindi che una cosa oggettivamente positiva, il rispetto di turni pi&ugrave; umani da parte degli operatori sanitari e quindi una probabile diminuzione della percentuale di errori sanitari spesso causati da stanchezza e dall&rsquo;eccessivo protrarsi dell&rsquo;orario di lavoro, si trasformi, in Basilicata, nel rischio paralisi delle stesse prestazioni sanitarie. Non per colpa della normativa europea che, come detto, non solo non &egrave; recentissima (risale al 2003 e, se vogliamo dirla tutta, ha avuto la prima gestazione addirittura nel 1993, con la Direttiva n&deg; 104 CE adottata dal Consiglio d&rsquo;Europa in data 23 novembre 1993, quindi ben 25 anni fa) e va incontro alle concrete esigenze di pazienti ed operatori sanitari, ma in virt&ugrave; della sciatta gestione da parte della Giunta della vicenda relativa alle norme sull&rsquo;orario di lavoro del personale sanitario, emblematica dello scarso livello di attenzione per la salute pubblica regionale&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La possibilit&agrave; di derogare al blocco del turn over e quindi di aumentare l&rsquo;organico dei medici in modo da consentire a questi ultimi pi&ugrave; congrui orari di lavoro senza pregiudicare l&rsquo;erogazione dei servizi sanitari &ndash; sottolinea il capogruppo&nbsp; Pdl-Fi – &egrave; prevista dallo stesso legislatore nazionale anche per le regioni&nbsp; sottoposte a piani di rientro per deficit sanitario. La deroga &egrave; stata infatti accordata, con decreto del Ministro della Salute del 10 dicembre 2014, alla Campania, che, nonostante presentasse da diversi anni rilevanti deficit sanitari, ha potuto procedere all&rsquo;assunzione di nuovo personale sanitario. Perch&eacute; non l&rsquo;abbiamo fatto noi, che non abbiamo deficit sanitario e disponiamo di risorse aggiuntive, le royalties del petrolio e dell&rsquo;acqua, delle quali non dispongono le altre regioni. Eppure, a prescindere dalla normativa europea sull&rsquo;orario di lavoro, qualche &lsquo; problemino&rsquo; la sanit&agrave; lucana lo paventa da tempo, basti pensare al problema delle liste di attesa piuttosto lunghette in Basilicata. Ma c&rsquo;&egrave; di pi&ugrave;: lo stesso Ministro della Salute, di concerto con quello dell&rsquo;Economia, ipotizza l&rsquo;assunzione di nuovi operatori sanitari (il numero dovrebbe essere compreso tra 3000 e 4000 unit&agrave;)per far fronte all&rsquo;emergenza che si verrebbe a creare per effetto dell&rsquo;applicazione della disciplina europea sull&rsquo;orario di lavoro&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Mi sia consentita ancora una considerazione: l&rsquo;et&agrave; media del personale dirigente del servizio sanitario italiano &egrave; pi&ugrave; alta della media europea, circa il 50% dei medici ospedalieri ha pi&ugrave; di 55 anni. Favorire il ricambio generazionale del personale medico e consentire a quanti prestano con dedizione la loro attivit&agrave; negli ospedali migliori condizioni di lavoro &egrave; una scelta di buon senso e, per dirla con le parole degli economisti, &lsquo;una spesa in conto capitale&rsquo;. Significa vedere il sistema salute non pi&ugrave; come una fonte di spesa bens&igrave; come un investimento economico e sociale. La sanit&agrave; &ndash; conclude Napoli – &egrave; senza dubbio uno dei settori nei quali si rincontrano maggiori effetti benefici derivanti dalla ricerca scientifica e dallo sviluppo tecnologico. Se un medico dovesse curare oggi i pazienti solo sulla base delle conoscenze acquisite durante i suoi studi universitari, probabilmente non riuscirebbe a curare nessuno. L&rsquo;aggiornamento &egrave; fondamentale, le risorse umane sono strategiche per il settore sanitario e poter contare su personale che si &egrave; formato alla luce delle pi&ugrave; recenti evidenze della ricerca scientifica consente al sistema sanitario di fare importanti salti di qualit&agrave;. Esattamente quello che occorre per riportare i cittadini al centro delle politiche sanitarie regionali&rdquo;.<br /><br />

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