Il consigliere regionale del Pdl denuncia “l’assenza di responsabilità da parte di chi siede nei banchi della maggioranza ovvero di quella parte politica indicata dagli elettori a governare le sorti della nostra regione”
“Comincia a preoccupare seriamente l’inattività del Consiglio regionale di Basilicata. L’Assemblea di Via Anzio non va aldilà dei formali adempimenti di legge. A dimostrarlo sono anche i numeri. Nel 2011 il Consiglio regionale è stato convocato 29 volte. Ben 10 sono state le sedute chiuse in anticipo senza che l’ordine del giorno venisse discusso per intero. Più di un terzo delle adunate sono terminate prima del dovuto per mancanza del numero legale, considerato che i consiglieri presenti in aula non erano sufficienti a far proseguire i lavori”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Michele Napoli (Pdl), per il quale si tratta di “una dimostrazione tangibile di assenza di responsabilità da parte di chi siede nei banchi della maggioranza ovvero di quella parte politica indicata dagli elettori a governare le sorti della nostra regione”.
“Il 2012 non è cominciato meglio. L’unica seduta sin qui convocata – aggiunge l’esponente politico -, quella del 17 gennaio, è stata sciolta per la stessa ragione. Un Consiglio che non lavora è il tappo che impedisce alla democrazia di manifestarsi con tutti i suoi benefici. Idee, progetti, iniziative, vengono ostacolati ed impediscono la crescita e lo sviluppo della Basilicata che, così facendo, non riuscirà mai ad uscire da quel torpore che da sempre la avvolge. Ciò deve essere chiaro ai cittadini, agli elettori, ma anche a coloro i quali aspettano con ansia l’assunzione di provvedimenti che invece giacciono nella lunga fila che li accompagna verso l’ingresso in aula”.
“Il Parlamento lucano non legifera, questa è l’amare realtà. Proposte e disegni di legge presentati un anno fa non sono stati ancora discussi; l'effetto prodotto è l’assenza del confronto politico, momento imprescindibile nella vita di in un paese democratico. ‘Non sono i numeri a fare la politica. Piuttosto l’inverso’: questo è quanto ha asserito ieri, a seguito dell’ennesima sospensione dei lavori del Coniglio, il capogruppo del Pd, Vincenzo Viti. Una dichiarazione che lascia esterrefatti, che suona quasi come una provocazione. Da lui, e dalla sua parte politica, ci saremmo aspettati un ‘mea culpa’ seguito da buoni propositi e promesse da mantenere. Niente di tutto questo. Il capogruppo del Pd ha preferito difendersi attaccando l’opposizione che, al contrario, non può fare altro se non denunciare e rendere pubblico ciò che accade in sede istituzionale”.
“Il gioco dei numeri, per riprendere la dichiarazione di Viti, comunque lo si consideri, è ben poca cosa – conclude Napoli – rispetto al senso civico e alle responsabilità che mancano alla classe di governo di Basilicata. La politica è arte seria e nobile quando la si fa guardando al bene comune. Quando invece la si interpreta come mezzo per gestire il potere è poca cosa e finisce per naufragare nel mare dell’inettitudine che da sempre è compagna di viaggio del centro-sinistra lucano”.