“Sarebbe sbagliato l'utilizzo delle royalties per misure di carattere assistenziale, che potrebbero essere sostenute attraverso il gettito riveniente dall'incremento dell'addizionale regionale Irpef”
“Lo “Sbocca Italia” doveva rappresentare una grande occasione. Si è rivelata, al contrario, una grande delusione. Le royalties del 2013 soggiacciono ai vincoli imposti dal patto di stabilità. Quelle relative all'anno in corso, i 50 milioni, saranno oggetto di scorporo solo compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica, previa decisione del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell'Economia. Quelle del triennio 2015-2018 saranno svincolati solo a seguito dell'incremento delle estrazioni petrolifere rispetto al 2013 e sempre nella misura indicata dallo Stato”. Lo ha sostenuto il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Michele Napoli per il quale “sarebbe sbagliato l'utilizzo delle royalties per misure di carattere assistenziale, che potrebbero essere sostenute attraverso il gettito riveniente dall'incremento dell'addizionale regionale Irpef, autonomamente disposto nel luglio scorso senza alcuna richiesta in tal senso da parte dello Stato. Le royalties dovranno utilizzarsi solo per investimenti, perché questa e' l'unica strada per legittimare la presa di posizione assunta dal Consiglio regionale”.<br /><br />Per Napoli “vi è un'altra verità che non può sottacersi: la scarsissima capacità di ‘moral suasion’ che i protagonisti regionali e nazionali sono in grado di esercitare nei confronti del Governo. Probabilmente per quel vulnus rappresentato da una scarsa coesione, dai troppi ed eccessivi particolarismi o peggio ancora dall’inesistenza di comune visione di quel che la Basilicata deve rappresentare per la sua straordinaria valenza strategica, sotto il profilo geo-politico. Dal 1998 ad oggi la Basilicata ha dimostrato, nei fatti, di essere uno straordinario laboratorio di federalismo solidale in riferimento a due risorse fondamentali: l’acqua e il petrolio. Ha dato prova di una straordinaria capacità di contemperamento delle esigenze vitali del proprio territorio con gli interessi energetici del Paese. Lo ha fatto privilegiando la cultura del dialogo, rinunziando all’Aventino e alla contrapposizione frutto delle rivendicazioni assolute”.<br /><br />Ma si chiede il consigliere “cosa ha ricevuto in cambio? Poco, quasi nulla. E’ così perché, per dirla tutta, i rapporti con lo Stato non cominciano oggi ma con gli Accordi del 1998. Chi ci ha guadagnato e ci guadagna con il petrolio? Il prezzo della benzina e del gasolio “alla pompa” è determinato per il 56% dalle accise che vanno allo Stato. Una tassa occulta pagata allo Stato che dalla stessa ricava introiti rilevantissimi. Avere contezza di questi aspetti ci consente di comprendere come il decreto in questione, ”lo sblocca Italia”, riserva alla Basilicata solo briciole. Ancora una volta, purtroppo. Per di più incerte. E' il dettato normativo, e quanto fatto registrare dal governo Renzi in questi mesi, a precisarlo. Nessun fatto a fronte di tantissime enunciazioni”.<br /><br />“Da qui – ha detto Napoli – l’invito ad acquisire la consapevolezza che il binomio petrolio-sviluppo necessita di un approccio meno semplicistico, più problematico. Con una più attenta ponderazione dei diversi gradi di responsabilità in capo ai decisori istituzionali”. Infine la sollecitazione al Governatore: “si adoperi, partendo dal partito che lei rappresenta, per costruire insieme un futuro diverso e migliore per la Basilicata. Il tempo per rimediare non è molto, ma c’è ancora”.<br /><br /><br /><br />