Un viaggio nel passato per ricostruire la propria storia letteraria e per riflettere sulla propria scrittura. Un pubblico numeroso ha ascoltato con grande empatia la testimonianza di Raffaele Nigro, ospite nella Casa delle Muse di Leonardo Sinisgalli, a Montemurro, durante la presentazione de Il custode del museo delle cere. È quanto si legge in un comunicato dello stesso Raffele Nigro. Il viaggio nel percorso personale e letterario di Nigro è scaturito proprio dal suo legame con la Basilicata, «una terra che si ama davvero solo quando da essa ci sia allontana, quando cadono le ragioni per non amarla e si innescano invece i ricordi ancestrali».
Una terra che è stata il cuore della Magna Grecia, che ha dato i natali a grandi poeti come Sinisgalli, Pierro, Scotellaro, Trufelli, che è abitata da genti il cui tratto distintivo è l’onestà (sebbene oggi sembra che essa vada un po’ scemando a causa della cultura imperante dell’usa e getta). I fuochi del Basento – si legge ancora – sconfessarono l’immagine statica della Basilicata tratteggiata da Levi, quella di una società eternamente bloccata da un feudalesimo intramontabile, mostrando invece il salto dal proletariato a una nuova condizione sociale, frutto delle rivolte dei contadini che occuparono le terre e convinsero i politici a fare la riforma fondiaria. Con Viaggio a Salamanca – continua Nigro nella disamina – la riflessione si incardinò su come la letteratura profonda potesse entrare nel cuore di uomo e cambiargli i connotati, divenendo quasi un fantasma cui aggrapparsi. In Ombre sull’Ofanto si cercò di rappresentare una ricostruzione antropologica dell’avvento della camorra in territorio lucano. Rispetto alle opere passate, invece, Il custode del museo delle cere rappresenta un nuovo punto di approdo della riflessione esistenziale di Raffaele Nigro: nasce, infatti, dall’unione di vari monologhi destinati a finalità diverse e incentrati su singoli personaggi storici, accomunati da un senso tragico della Storia.
Per rappresentare questo tema Nigro ha scelto due metafore molto esplicite: il museo delle cere, dove grandi personaggi del passato tentano ancora di raccontare la loro storia, sebbene siano delle statue destinate prima o poi a sciogliersi, e l’anziano nonno del giovane protagonista, ex socialista, militante in gioventù e grande idealista, che costringe il nipote distratto dai suoi impegni ad accompagnarlo nella visita al museo.