Il consigliere presenterà una interrogazione per sapere, tra l’altro, in merito ai lavori mai terminati inerenti i collegamenti stradali nell’area del Vulture, “come si intende risolvere la questione delle spettanze dei lavoratori e dei fornitori”
“Vent’anni, eppure son pochi”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Movimento per le Autonomie, Francesco Mollica, analizzando la situazione delle arterie stradali del Vulture.
“Ancora una volta – afferma Mollica – torna di attualità il collegamento tra la Candela – Potenza e la statale Bradanica tra lo svincolo Rionero in Vulture – Venosa (attraverso Ripacandida e Ginestra). Sono oltre venti anni che tale ‘fondamentale’ asse viario non trova soluzione. Nonostante tutti i finanziamenti concessi, compreso il quarto ed ultimo lotto, non si è ancora riuscito a vedere la fine di un’asse viario ‘vitale’ per la zona nord della Basilicata. E’ a tutti noto, infatti – prosegue Mollica – che il primo lotto Rionero – Ripacandida appena messo in servizio, venne chiuso a causa di frane e smottamenti tanto che l’Amministrazione provinciale intervenne con un cospicui finanziamenti della Regione per la messa in sicurezza del tronco testè collaudato”.
“Purtroppo – puntualizza Mollica – le disgrazie non finiscono qui. Anche il terzo lotto ad oggi risulta ‘fermo con le quattro frecce’ a causa di problemi tecnici relativi alla galleria di sottopasso nell’abitato di Ripacandida. La Cogemar, l’impresa esecutrice appaltatrice dei lavori, nel maggio 2006, ha gettato la spugna. I lavori dovevano essere ultimati entro il mese di settembre 2008 ma, a tutt’oggi, a distanza di circa tre anni si assiste allibiti al totale abbandono dell’opera, alla risoluzione del contratto con la Cogemar ed al mancato pagamento delle spettanze economiche delle maestranze per il lavoro prestato nell’anno 2010 e dei fornitori. Mi pongo – dichiara Mollica – una domanda: non è la stessa impresa che ha eseguito la galleria di Valico di Castelmezzano, della lunghezza di 950 metri circa, in tempi perfettamente in linea con il cronoprogramma di progetto, senza dare luogo a contenziosi di alcun genere? Se ciò è vero – prosegue l’esponente Mpa – mi chiedo e chiedo, indipendentemente da valutazioni inerenti la gestione dell’azienda: come è possibile non riuscire a gestire nei tempi giusti la realizzazione di una galleria di appena 300 metri? Come è possibile che per questo asse viario i tempi siano sempre e solo biblici? Vent’anni per il primo e secondo lotto, cinque per il terzo incompiuto, il quarto va avanti con alterne vicende e via di questo passo. Così come accade in corsa – aggiunge Mollica – se la macchina (nel caso specifico trattasi della stazione appaltante) è buona, se vi sono benzina e gomme (finanziamenti) risulta molto probabile che il guasto o il ritardo in corsa o il mancato avvio sia colpa del pilota (progettista e direttore dei lavori). E’ di tutta evidenza che in situazioni analoghe, i risultati sono ben diversi e soddisfacenti”.
“Sorge il sospetto – sostiene Mollica – che l’aver creato ‘rendite di posizione’ serva solo al percettore di tali benefici a danno dell’intera collettività che assiste ‘basita’ a tale scempio. Come porre rimedio a tutto ciò? Cambiando – è la risposta del consigliere – l’intero staff tecnico, affidandosi e professionalità e competenze ampiamente presenti in regione che hanno portato risultati in tempi giusti e, soprattutto, non lasciando ‘incompiute’. A Venosa di incompiuta basta la Trinità. Per queste motivazioni – conclude Mollica – sarà presentata a breve un’interrogazione urgente all’Assessore alla Infrastrutture e Mobilità nella quale si chiederanno notizie inerenti: lo stato di attuazione del terzo lotto; quanti fondi sono stati erogati all’impresa; quale è l’importo dello stato di consistenza all’atto della rescissione; se vi sono responsabilità negli Uffici della Provincia o del Direttore del lavori – progettista; come si intende risolvere la questione dei lavoratori e dei fornitori”.