Mollica: “Basilicata, da sempre terra di accoglienza”

Lo ha detto agli studenti presenti alla manifestazione “Custodire la Memoria, Raccontare la Memoria”, svoltasi a Venosa, il Presidente del Consiglio regionale invitandoli a saper valorizzare sempre la ricchezza che vi è nell’altro

&ldquo;L&rsquo;interesse con cui avete seguito la manifestazione, la profondit&agrave; delle domande che avete posto agli storici, l&rsquo;originalit&agrave; delle iniziative che avete presentato in questa sala hanno mostrato una straordinaria sensibilit&agrave;. Una partecipazione che non &egrave; stata superficiale adesione ma convinto contributo ad una idea alta, vitale, entusiasmante: quanto sia pericoloso stendere un velo su un passato ingombrante e osceno, quale quello della Shoah, e quanto, invece, sia fondamentale offrire il proprio contributo nel progetto di costruzione della pace&rdquo;. Cos&igrave; il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Francesco Mollica, nel trarre le conclusioni della manifestazione sul giorno della memoria 2017 &ldquo;Custodire la Memoria, raccontare la Memoria&rdquo;, tenutasi a Venosa, presso l&rsquo;Aula magna dell&rsquo;Iis Battaglini.<br /><br />&ldquo;La nostra terra, la Basilicata – ha proseguito Mollica &ndash; &egrave; stata da sempre terra di accoglienza. Una certezza che ci viene dalle testimonianze storiche e che ci rende particolarmente fieri. Una terra che &egrave; riuscita a dare riparo, aprendosi all&rsquo;integrazione, l&rsquo;unico vero strumento per un reale inserimento nella societ&agrave; dei tanti immigrati. E&rsquo; necessario tenere sempre presente che l&rsquo;interculturalit&agrave; &egrave; la dimensione del nostro futuro. A Matera esisteva una comunit&agrave; ebraica alla fine del XV secolo. Certa &egrave; anche la presenza della comunit&agrave; ebraica di Tricarico e quella significativa di Venosa. Un esempio di come la Basilicata si &egrave; mostrata da sempre incline ad accogliere culture diverse. Un esempio di cosa possa significare incontrarsi e rispettarsi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il Giorno della Memoria &ndash; ha sottolineato Mollica – &egrave; stato vissuto come un atto di riconoscimento della storia: come se tutti ci fossimo affacciati dai cancelli di Auschwitz a riconoscervi il male che &egrave; stato. La manifestazione di oggi con il prezioso contributo dei relatori che ci hanno guidato nel percorso di conoscenza e analisi, degli insegnanti che hanno affrontato il tema della Shoah con approcci alternativi alla tradizionale lezione di storia, come la musica, il ballo, l&rsquo;interpretazione di poesie; metodi efficaci per coinvolgere gli studenti in un lavoro di rielaborazione, gli sforzi delle Istituzioni nel progettare percorsi di formazione vanno tutti in un&rsquo;unica direzione: quello di inventare un avvenire diverso. Un avvenire che faccia del dialogo l&rsquo;obiettivo pi&ugrave; importante&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Con questa iniziativa &ndash; ha concluso Mollica &ndash; abbiamo voluto commemorare le vittime, evitando la pericolosa insidia della retorica, dando forza ad un principio: stimolare sempre uno studio critico della storia, comparandola anche con episodi&nbsp; inquietanti del nostro presente che potrebbero rischiare di divenire pagine altrettanto brutte. La conoscenza, e quindi, la consapevolezza democratica, cari ragazzi, sia sempre la vostra bussola per vigilare e scardinare ogni forma di razzismo e violenza, e contribuire, cos&igrave; a&nbsp; costruire una societ&agrave; pi&ugrave; libera e progredita&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Lascio la sala con un unico dubbio &ndash; ha concluso Mollica – se l&rsquo;origine giudaica di Orazio sia un&rsquo;ipotesi puramente letteraria. Un&nbsp; interrogativo nato da un&rsquo;attivit&agrave; preziosa quale lo studio e che vi invito a vivere, sempre, con passione e con spirito vivo&rdquo;.<br /><br /><br /><br /><br />

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