L’evento organizzato dalla Cooperativa sociale “Altri Mondi” e dall’Associazione “Psi&Co La Minerva” in collaborazione con la banca “Monte Pruno” si è tenuto presso la sala A del Consiglio regionale. Presente all’incontro il presidente Lacorazza.
Il workshop “Minori e nuove dipendenze” nasce dopo una serie di incontri iniziati nel 2008 e svolti in scuole, parrocchie e comunità per affrontare il tema dei rischi del web, su iniziativa delle associazioni “Psi&Co La Minerva” e “Moige Basilicata” con la collaborazione della Polizia delle Comunicazioni. Dopo circa 200 incontri è emerso che uno dei rischi maggiori causato da un uso inconsapevole della rete è la dipendenza, in particolare la dipendenza dal gioco, che nelle fasce più giovani prende le sembianze di giochi on line. Questo ha portato a riflettere sull’esigenza di pensare ad una modalità comunicativa adeguata per informare e prevenire la ludopatia tra i più giovani attraverso un linguaggio a loro vicino. Da qui, in collaborazione con la cooperativa “Altri Mondi”, è sorta l’idea di realizzare un flashmob che alcuni ragazzi hanno voluto chiamare: “3 minuti di ordinaria allegria per dire No alla ludopatia”, al quale hanno partecipato più di 150 studenti, 3 istituti scolastici, (il Liceo scientifico “P.P.Pasolini “ di Potenza, l’Istituto di istruzione superiore “F.S.Nitti – Giacomo Racioppi” di Potenza e Laurenzana, il Liceo artistico e musicale di Potenza) e 13 partner, che alle 13.15 del 17 maggio 2014 hanno bloccato il traffico in una delle via più affollate della città per dar vita ad una coreografia allegra che in 3 minuti ha rappresentato slot machine, gratta e vinci, e le altre forme di ludopatia. Da una piccola indagine conoscitiva condotta in un istituto scolastico, il cui campione è costituito da studenti tra i 15 e i 18 anni, è emerso che 1 su 4 ha un’attitudine al gioco compulsivo, che tra i comportamenti più diffusi vi sono il giocare ai videogiochi ed il bere. Risultano molto diffuse le scommesse ed il giocare a soldi. Il gioco d’azzardo è identificato nel poker e nella roulette. Ma, oltre alla ludopatia le nuove dipendenze che maggiormente coinvolgono i minori sono la dipendenza dal web, lo shopping compulsivo e la dipendenza affettiva.<br /><br />Pertanto, l’incontro tenuto oggi, condotto da MariaRosaria Colangelo, psicologa-psicoterapeuta della cooperativa “Altri Mondi”, che ha spiegato come” il gioco d’azzardo patologico sia un disagio psicologico, un disturbo del comportamento che rientra nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi”, ha voluto essere l’occasione per discutere sulla modalità comunicativa più adatta a raggiungere le fasce d’età più giovani attraverso gli strumenti più idonei. Grande adesione e davvero tanti i giovani presenti, con i docenti e i responsabili degli Istituti: il che non può che far bene alla società ed alle istituzioni in una ottica di integrazione che guarda al futuro della Basilicata.<br /><br />Nutrito e qualificato il parterre degli intervenuti ciascuno con il proprio bagaglio professionale e di esperienza sul campo: Nicola Stigliani, assessore al Comune di Potenza, MariaRosaria Le Becca, in rappresentanza dell’Ordine degli psicologi della Basilicata, Antonella Sprovera, direttore Ufficio di Servizio sociale per i minorenni in Basilicata, Filippo Squicciarini, ispettore superiore della Polizia delle Comunicazioni di Basilicata, Ferdinando Longobardi, docente di Glottologia e Linguistica presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, Gianpiero Lotito, Ceo e Founder di FacilityLive e Antonio Mastrandea, responsabile comunicazione “Banca Monte Pruno”.<br /><br />Il garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Basilicata, Vincenzo Giuliano ha affermato che “la problematica non solo esiste, ma assume toni drammatici, pensando che in Italia 800 mila adolescenti sono ludopatici e tenendo presente che da un’analisi a campione condotta da alcune Università del Nord è emerso che nel mondo giovanile appare evidente la consapevolezza della dipendenza contro la quale, però, non si combatte, evitando di prendere coscienza dei rischi enormi che si corrono. Il 92 per cento dei giovani ritiene che il gioco è dipendenza e il 35 per cento dice che non ritiene di dover aiutare un amico ludopatico. L’input, purtroppo – ha sottolineato Giuliano – viene spesso dalle stesse famiglie, oltre che dai media. Altro dato importante è che al di là di ogni pia intenzione, manca una legge nazionale che tolga dalle mani delle multinazionali la gestione degli ‘affari di tortura’ per coinvolgere chi non fa del lucro lo scopo di vita, vale a dire quelle associazioni no profit che non pretendono alcun ritorno obbligato. Questo dando degli incentivi a quei gestori di bar e sale che decidono di eliminare gli strumenti atti al gioco d’azzardo. Finora la battaglia è stata persa, nonostante l’impegno degli Enti locali a cui deve accompagnarsi l’azione di sensibilizzazione da parte dell’Ente regione che si sta muovendo in tal senso. Interessare il mondo giovanile, rendendolo protagonista del proprio futuro: dare informazione per fare formazione, anche attraverso gli strumenti multimediali gestiti dagli stessi utenti, questa volta in modo intelligente. Le informazioni più consone, quindi, per distogliere i ragazzi dalle devianze e da patologie sempre più gravi. Dovere del Garante – ha detto Giuliano – è quello di trovare un rapporto privilegiato con i ragazzi ( sono considerati tali quelli compresi nella fascia di età da 0 a 18 anni), tutelando gli interessi e la salvaguardia dei singoli e quelle collettive con la partecipazione dei giovani stessi per rimuovere ogni ostacolo che si frapponga alla loro crescita e maturità, utilizzando tutti i valori condivisi. Di qui la necessità di un Osservatorio sul disagio dei minori e la creazione di una banca dati. La proposta: instaurare una comunicazione periodica attraverso tutti i mezzi di comunicazione, non solo cartacei, con l’indispensabile concorso delle scuole, al fine di combattere ogni criticità e fare, soprattutto, prevenzione”.<br /><br />Giuditta Lamorte, delegato nazionale del coordinamento dei “Corecom – Minori e Nuovi media”, ha rimarcato che “negli ultimi decenni sono state prodotte più notizie che in 5000 anni precedenti e questo è sicuramente dovuto alla velocità con cui le informazioni viaggiano sui nuovi media. Paradossalmente ed in maniera inversamente proporzionale, le notizie aumentano, ma diminuisce il sapere, questo in perfetta sintonia con la cultura verticale e non più orizzontale dell’era contemporanea. Viviamo – ha continuato Lamorte – nell’era della cultura digitale ed anche la cultura digitale richiede alfabetizzazione, la now generation vive la teoria del tutto e subito, rappresentando pienamente la società dell’incertezza, una società in cui il benessere produce malessere, in cui l’informazione è cambiata e, pertanto, deve cambiare il modo di fare informazione. Il web consente di far circolare notizie ed idee in tempi brevissimi, consente di essere connessi ovunque nel tempo e nello spazio, di essere sempre in rete, ma difficilmente in relazione. Come evidenzia Bauman, esiste una vita on ed una vita off, ma difficilmente si riesce a comprendere il limite esistente fra le due, laddove apparecchi come gli smartphone ci consentono ( o forse ci obbligano) ad essere sempre connessi. Aumentano le famiglie che possiedono un personal computer. L’uso di pc e Internet è praticamente raddoppiato rispetto al 1995, con una crescita che ha visto come protagoniste soprattutto le donne. Gli utenti che utilizzano la rete Internet sono circa 9 milioni (dati Istat). La diffusione delle nuove tecnologie sta modificando in breve tempo le nostre abitudini e le modalità di intendere i processi di comunicazione ed i nostri parametri spazio temporali mutano continuamente in relazione al costante aggiornamento delle nuove tecnologie. L’utilizzo delle nuove apparecchiature – ha aggiunto Lamorte – interagisce con il nostro apparato psichico al punto che si modificano le modalità di comunicazione del linguaggio parlato e si assiste allo svilupparsi di fenomeni psicopatologici riuniti nella sigla di IAD (Internet Addiction Disorder), che hanno importanti analogie con le dipendenze di tipo tradizionale; le modificazioni psicologiche che si producono nell’individuo che diviene dipendente dalla rete sono simili a: perdita delle relazioni interpersonali, modificazione dell’umore, alterazione del vissuto temporale, cognitività completamente orientata all’utilizzo compulsivo del mezzo. La velocità del mondo virtuale si associa al concetto di Peter Pan al contrario. Sono piccoli uomini e piccole donne dai pensieri adulti, ansiosi di sfigurare la memoria recente della loro infanzia ed in quest’ansia di crescere rincorrono le cose dei grandi e commettono più facilmente i loro stessi errori. Le dipendenze ed i pericoli in rete riguardano essenzialmente i ragazzi e anche la ludopatia, purtroppo, colpisce le nuove generazioni. In questo quadro si colloca la legge regionale ‘Misure di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico’ che partendo dal concetto di gioco d’azzardo quale dipendenza comportamentale patologica e ritenendo tale patologia prevenibile, curabile e guaribile, prevede l’istituzione di un apposito Osservatorio regionale sulla dipendenza da gioco d’azzardo. La stessa stretta connessione tra Garante dell’Infanzia e CoReCom relativamente alla comunicazione telematica, prevista dalla legge istitutiva del Garante, fa comprendere quanto sia sentito il tema del web e dei minori. E’ inevitabile – ha concluso Lamorte – riconoscere quanta verità ci sia nelle parole di Bauman: ‘La generazione meglio equipaggiata tecnologicamente di tutta la storia umana è anche la generazione afflitta come nessun’altra da sensazioni di insicurezza e di impotenza’ (‘La paura liquida’ – Bauman)”.<br /><br />Il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, nel concludere i lavori, ha affermato che “istituzionalizzando il dialogo il minimo che si possa fare è consegnare una traccia da seguire sui temi centrali: scuola, educazione e formazione. Grave, nel corso degli anni, la perdita delle agenzie formative per eccellenza, le scuole prima di tutto. E per colmare tale perdita non bastano le leggi e le altre iniziative già in campo, occorre che siano i ragazzi a raccontare la società che si presenta ai loro occhi. Quei giovani che si sono recati nei campi di sterminio hanno potuto raccontare un’altra società attraverso lo smartphone e i social network, un società diversa vissuta, questa volta, con grande impulso emotivo. Il racconto diviene, in tal modo, un discorso attento e profondo con l’utilizzo dei nuovi media, in assenza dei luoghi dell’emozione, che una volta si richiamavano ai partiti, all’associazionismo operaio, alle aggregazioni giovanili di massa, dove gli schemi ideologici condizionavano la vita democratica del Paese. E’ evidente che i tempi sono cambiati, ma ciò non toglie che vi sono tutte le opportunità, anche attraverso i new media per raccogliere quanto di buono è stato seminato e quello che di positivo c’è da creare, basta evitare i soliti giudizi tra le generazioni: qui sta tutto l’errore, ogni generazione ha le sue prerogative e caratteristiche, è foriera di grandi sviluppi. Quello che sicuramente c’è nel contesto sociale è la diversità, il tempo si trasforma, ma non va di certo demonizzato il progresso rappresentato, anche, dai nuovi mezzi di comunicazione. Progresso è il personal computer e tutto quello che ne è seguito. Purtroppo negli anni ’90 – ha sottolineato Lacorazza – l’ambito scolastico è stato attraversato da una notevole resistenza contro il nuovo che avanzava e questo ha fatto venir meno il giusto incontro tra l’uomo e la tecnica con un netto rifiuto a ricomporre la frattura. Non bastano, dunque, le leggi, in Basilicata esiste la n.30 del 2014 ‘Misure per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)’, sono necessari i luoghi dove trovare la riaggregazione giusta tra l’essere umano e le tecniche di informazione e comunicazione. Di qui ancora una volta il ruolo fondamentale della scuola dove trasformare parole, pensieri e opinioni, formando la coscienza: E’ dalla scuola che bisogna ripartire per ritrovare l’identità, per risentirsi ‘Italia’. La scuola quale risorsa ed investimento, in una logica costante che tiene ben presente la necessità della ricerca, il che misura il ruolo vero della politica. I grandi e continui mutamenti – ha concluso Lacorazza – sono sintomo di grande fragilità ed evitano la crescita reale del Paese”.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />