Le cavità sotterranee suscitano sempre più interesse, sia dal punto di vista della ricerca scientifica e professionale, sia da parte delle amministrazioni locali e statali. Alcune cavità sono fortemente inserite nel tessuto sociale del territorio per la loro valenza storica, paesaggistica e turistica rappresentando una delle principali testimonianze della nostra cultura e della nostra tradizione. Sono questi i temi affrontati a Melfi nel convegno promosso da Ordine dei geologi della Basilicata, Sigea e Archeoclub di Melfi, hanno organizzato per domani a Melfi il Convegno “Il patrimonio storico culturale delle cavità di origine antropica lucane”, con la partecipazione dell’Assessore Regionale Nicola Benedetto (Infrastrutture-Mobilità) e dei presidenti degli Ordini Geologi di Basilicata Gerardo Colangelo, Ingegneri Giuseppe D’Onofrio e Architetti Gerardo Antonio Leon, del prof. Mario Bentivenga (Unibas e Sigea).
E’ evidente che laddove le condizioni geologiche e geomorfologiche lo permettevano – è stato sostenuto da esperti e tecnici – venivano realizzati dall’uomo cavità nei tufi e nella roccia tenera, basti pensare alle catacombe ebraiche a Venosa, alle cantine scavate nei depositi piroclastici del Vulture, alle chiese rupestri nella collina materana, agli ipogei di Tursi, Tolve, Pietragalla e Sant’Angelo Le Fratte sono solo alcuni degli esempi realizzati in Basilicata.
La valorizzazione e la messa in sicurezza delle cavità di origine antropica è la richiesta principale che le amministrazioni locali pongono al mondo professionale ed a quello della ricerca.
Il crollo di una cavità è un vero e proprio evento calamitoso indotto sia da cause naturali (terremoti, infiltrazioni di acque superficiali, ecc) sia da cause antropiche (cambiamento dell’uso del territorio, vibrazioni indotte dal traffico veicolare, urbanizzazione, ecc).
Ma gli aspetti sociali ed economici legati a questo tipo di dissesto idrogeologico richiedono necessariamente una attenta analisi geologica dei luoghi basata sulla definizione di un modello geologico-tecnico finalizzato a definire le migliori soluzioni progettuali per un risanamento statico del sottosuolo e per una valorizzazione di tali cavità, senza tuttavia prescindere dalla sicurezza dei luoghi.
In tal senso le verifiche propedeutiche per l'esecuzione degli interventi di risanamento, recupero e consolidamento delle cave ipogee richiedono indagini puntuali e specialistiche attraverso tecniche di investigazione dirette ed indirette a seconda delle caratteristiche geologico-strutturali delle stesse cavità.
Nonostante la presenza di queste indubbie risorse ancora poco è stato fatto in materia di censimento, gestione e promozione dei geositi – afferma il Presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata Gerardo Colangelo.
Un geosito rappresenta una località, un’area o territorio in cui possa essere definibile un interesse geologico, geomorfologico, paleontologico e pedologico per la conservazione.
La L.R. 32/2015 istituiva presso l’Ufficio Geologico regionale il catasto dei geositi da pubblicare ed aggiornare annualmente sul sito cartografico della Regione Basilicata RSDI. Per tali attività erano previste convenzioni con Università, Enti di ricerca, Ordini Professionali, Associazioni attive nella promozione del patrimonio geologico lucano. Per quanto riguarda gli oneri finanziari erano stati stanziati 200 mila euro per il 2015 mentre per i successivi anni sarebbero stati calcolati in base alla determinazione della legge di stabilità. Purtroppo dal 2015 ad oggi registriamo una situazione di stallo che lascia l’amaro in bocca a tutti gli attori che hanno contribuito in maniera determinante alla definizione di questa legge – conclude Colangelo.
L’assessore al Dipartimento Infrastrutture e Mobilità Nicola Benedetto ha raccolto le segnalazioni pervenute durante il convegno annunciando che varranno messe in campo tutte le procedure necessarie per la ripresa delle attività previste dalla L.R.32/2015 così come già fatto per gli studi di microzonazione, piano cave, sismica e dissesto idrogeologico. Il suo impegno è quello di recuperare il tempo perduto.
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