Per il presidente dell’Assemblea “le istituzioni hanno il dovere di alimentare la memoria e di promuovere fra i giovani la conoscenza dei fatti storici che segnarono in quel periodo anche la Basilicata, a partire da ciò che accadde a Matera e Rionero”
Plauso del presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica per il conferimento alla città di Matera della medaglia d’oro al valor civile per l’eccidio del 21 settembre 1943, riconoscimento che sarà tributato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,.<br /><br />“Una pagina di storia che non si può dimenticare” afferma Mollica per il quale “una delle condizioni per apprendere dal passato è conoscerlo. Le istituzioni hanno il dovere di alimentare la memoria e di promuovere fra i giovani la conoscenza dei fatti storici che segnarono in quel periodo anche la Basilicata, a partire da ciò che accadde il 21 settembre 1943 a Matera – ricorda il presidente dell’Assemblea – prima città del Sud Italia a ribellarsi all’oppressione nazifascista dove persero la vita 26 materani, 21 dei quali periti nell’eccidio della ex caserma della Milizia fascista fatta saltare con l’esplosivo dai tedeschi in ritirata e qualche giorno dopo, il 24 settembre, a Rionero in Vulture che vide sedici cittadini rioneresi, rastrellati per le vie del Rione ‘Chiangandin’ fucilati per aver opposto resistenza ad un’azione di sopruso di alcuni militari tedeschi”.<br /><br />“In questa logica, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale continua a farsi promotore di iniziative affinché i giovani, attraverso la conoscenza di simili tragedie umane, possano attualizzarne il senso”, afferma ancora Mollica ricordando che nell’ambito di “Percorso formativo sulla memoria”, fortemente voluto dal Consiglio regionale, una delegazione di studenti si è recata nei luoghi emblematici dell’olocausto, Auschwitz e Birkenau”.<br /><br />“Il ricordo della Shoah – conclude Mollica – era indispensabile ieri, ma lo è ancora di più oggi. Ci spinge a cercare di comprendere come evitare che la storia non si ripeta. La nostra Costituzione, nata dalla dolorosa esperienza del fascismo, della guerra e della lotta di liberazione, lo dice in modo semplice e chiaro all'articolo tre: ‘Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali’. E questo è importante a maggior ragione per noi, che dobbiamo essere verso i giovani portatori di sani valori, insegnando loro a difendere i propri convincimenti profondi, con forza e determinazione, e non al punto da alimentare odio verso chi la pensa in maniera diversa, generando così un imbarbarimento della società”.