Mattia: nuova strategia contro chiusura uffici postali

Il consigliere del Pdl: “prima che sia troppo tardi la Giunta regionale di intesa con Anci e Comuni, sindacati dei lavoratori postelegrafonici, adeguino la strategia di contrasto al piano del direttore generale Sarmi”

“La chiusura degli uffici postali di Sant'Ilario di Atella e di Sant'Antonio Casalini di Bella a partire dal prossimo 19 dicembre, in sintonia con l'avvio del cosiddetto servizio a giorni alterni per altri uffici postali di contrade e di paesi lucani, dimostra che tutti i tentativi fatti a livello istituzionale, politico e sindacali, come le numerose e partecipate mobilitazioni popolari attuate nei mesi scorsi non hanno scalfito minimamente i manager di Posteitaliane decisi a dar corso al piano di ridimensionamento dei servizi postali”: è quanto sostiene il consigliere regionale del Pdl Franco Mattia.

Nel ricordare che “secondo il piano originario di Posteitaliane sono 17 gli uffici postali da chiudere nei piccoli centri della Basilicata ed altri 21 da «razionalizzare» (con orari di apertura ridotti)” Mattia evidenzia “la necessità, prima che sia troppo tardi, vale a dire prima di trovarci di fronte al fatto compiuto, che la Giunta regionale di intesa con Anci e Comuni, sindacati dei lavoratori postelegrafonici, di adeguare la strategia di contrasto al piano del direttore generale Sarmi. Oltre alle grandi difficoltà specie per l'utenza rurale, le persone anziane, non va sottovalutato l'aspetto occupazionale che riguarda la soppressione di un centinaio di posti di lavoro e la cancellazione di 50 zone recapito su 326 complessive. Anche se Posteitaliane parla di esuberi e non licenziamenti con l'impegno di una ricollocazione di questo personale in altri compiti ed uffici, non meglio precisati – continua Mattia – la questione è destinata ad avere un peso non indifferente sull'occupazione del comparto dei servizi pubblici da tempo preso di mira dallo stesso Ministero alla P.A. che considera in esubero anche il personale della Regione e delle due Province. Non credo possa rappresentare per nessuno un risultato aver ottenuto soltanto un rinvio di attuazione del piano che, a quanto pare, si vorrebbe far passare con gradualità, con uffici soppressi o semi-chiusi da spalmare nel tempo.

Mattia evidenzia infine che “Poste italiane grazie alla card carburanti per i circa 300 mila patentati lucani, ha incassato un discreto rientro di almeno 5 milioni e si appresta ad incassarne altrettanti con l'imminente ricarica della stessa card. E questo mentre, da leader mondiale del settore, può vantare un utile netto di bilancio di circa 850 milioni per il solo 2011. Una proposta: chiedere al Ministero allo Sviluppo Economico di individuare un altro soggetto finanziario per la ricarica della card carburanti per far sentire il fiato sul collo a Posteitaliane”.

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