La seconda giornata del Premio letterario Energheia 2025 – Martedì 2 settembre nella Sala dell’Archivio di Stato di Matera, con inizio alle ore 19.00 – si apre nel segno della poesia, con Massimiliano Palmese, scrittore e drammaturgo che dialogherà con Veronica Mestice sulla sua ultima produzione letterararia: la traduzione dei “Sonetti” di William Shakespeare, con una breve introduzione al testo di Edoardo Zuccato.
Perché una nuova traduzione di questo capolavoro? Molti nomi nobili si sono cimentati in questa sfida difficile e meravigliosa: basti ricordare Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale sul versante delle traduzioni d’autore, Lucia Folena, Nemi d’Agostino, Sergio Perosa sul versante accademico. Shakespeare era un genio popolare, e da genio popolare si rivolgeva a tutti. La sfida di Massimiliano Palmese è proprio questa: offrire una traduzione ‘pop’; musicale, immediata, ‘da strada’; una traduzione ‘di oggi’, fresca, agilmente comprensibile: poetica, certo, ma anche estremamente naturale.
A seguire lo stesso autore si confronterà con Marco Beltrame, collaboratore presso il Centro Teatrale Santacristina fondato da Luca Ronconi, sul lascito letterario del poeta e narratore italiano Dario Bellezza, scomparso nel 1996. Nel 1971 Bellezza pubblicò la prima raccolta di poesie, Invettive e licenze, con cui, grazie anche all’autorevole avallo di Pier Paolo Pasolini, si affermò nell’ambiente letterario romano come una delle figure più rappresentative di una nuova generazione di poeti, non compromessa con le ragioni della neoavanguardia. «Durante le riprese del docufilm “Bellezza Addio” ho abitato in via dei Pettinari, nel palazzo di fianco al suo, per provare l’emozione di rifare ogni mattina la strada che percorreva lui fino al mercato di Campo de’ Fiori» racconta Palmese. «Non è rimasto quasi niente, i banchetti vendono la pasta bicolore e attorno ti sfrecciano i monopattini, ma questo lui l’aveva già visto negli anni Ottanta. Aveva molto da ridire sulla città infernale, si rifugiava spesso in una casa a Rocca Imperiale, nel Cosentino».
«Vorrei solo mostrare che dietro i libri c’è una vita, un essere umano, e quel che ha fatto», racconta Palmese. Il ritratto che emerge dal docufilm del napoletano Massimiliano Palmese e di Carmen Giardina è quello di un artista geniale, ma anche di un uomo passionale, sfacciato, lo definivano «il poeta maledetto» e lui replicava «semmai benedetto dalle muse»: Dario Bellezza è stato il primo scrittore italiano a dichiarare apertamente la sua omosessualità, per Pasolini il «miglior poeta della nuova generazione», per chi era alla ricerca di facili definizioni «il Rimbaud di Monteverde». Il documentario, prodotto da Rino Sciarretta per Zivago Film e Luce Cinecittà, ha ricevuto un Premio al «Pesaro film festival».
«Questo documentario segue lo stesso filone de “Il caso Braibanti”, di cui ho curato la regia – spiega l’autore, che continua – anche lui grande amico di Bellezza, forse il primo a scavare tra le pieghe della memoria di un Paese che sta diventando senza memoria. Braibanti diceva «L’Italia non ricorda» e, come ci siamo dimenticati di lui, anche Bellezza sta rischiando di cadere nell’oblio. Non so spiegarmi come sia possibile dimenticarsi di un poeta che frequentava Pasolini, Elsa Morante, Sandro Penna, dalla penna così originale. Rileggendolo viene a galla un poeta puro dalla vita travagliata. Bellezza morì di Aids a soli 51 anni, dopo un lungo calvario, non c’era un vaccino sicuro e lui rivendicava il suo diritto a ricorrere alle cure sperimentali, mentre l’Italia intera lo additava come un appestato. Aveva un temperamento brillante, aspro, polemico e irriverente. Gli storici della tv individuano nello scontro in diretta dell’’86 tra Aldo Busi e il poeta l’inizio della televisione urlata, Bellezza definì Busi “una puttana”. Aveva, molti amici, Elsa Morante e Alberto Moravia. O Pasolini e Sandro Penna: nessuno dei due dichiarò esplicitamente il proprio orientamento sessuale, come ha fatto Bellezza, che poi si è battuto molto a favore di tutta la comunità lgbt. Rivendicava la sua omosessualità con orgoglio, un moto di ribellione contro la società piccolo borghese».