Si è svolto a Matera, presso la sede della Azienda sanitaria, un incontro tra la presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità, Antonietta Botta, e il direttore della Azienda sanitaria di Matera, Rocco Maglietta
“L’incontro con il direttore dell’Asm, Rocco Maglietta – ha affermato la presidente Botta – ha avuto quale obiettivo la ricerca e la concretizzazione della condivisione di un percorso che porti alla attivazione del ‘Codice Rosa’ quale servizio innovativo di pronto soccorso dedicato a chi subisce violenza. Non solo donne, ma anche anziani, bambini, disabili e immigrati; persone, dunque, che possono trovarsi in condizioni di vulnerabilità e sulle quali i segni della violenza subita poche volte risultano evidenti”.
“Il progetto ‘Alba’ – ha continuato Botta – presentato con lungimiranza dalla Asm e approvato dal dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresenta un importante tassello perché prevede la formazione di medici di medicina generale, ginecologi, psicologi, infermieri specializzati, ostetriche, operatori del 118, operatori delle Forze dell’ordine, sulla prima assistenza alle vittime di violenza e stalking. Il percorso per arrivare all’attivazione del ‘Codice Rosa’ diventa così più agevole, soprattutto, se si avviano le giuste sinergie. I presupposti ci sono atteso che abbiamo riscontrato grande disponibilità e apertura da parte del direttore Maglietta e grande competenza e sensibilità della responsabile del progetto Alba, Maria Bubbico”.
“La Crpo – ha riferito la presidente Botta – ha già interessato il dipartimento regionale Sanità, nella persona dell’assessore, Attilio Martorano, affinchè si possano mutuare le esperienze dei Pronto soccorso di Lucca, Prato, Arezzo, Grosseto, Torino, che accanto ai tradizionali codici ‘rosso’, ‘verde’ e ‘bianco’ hanno istituito il codice ‘rosa’. Aiutare le donne a liberarsi dei tanti pregiudizi e disinformazione che inibiscono la presa di coscienza del fenomeno relegandolo nell’area del ‘privato’ – ha sottolineato Botta – è un dovere di tutti, soprattutto nei confronti di quella fascia di popolazione femminile a rischio che vive condizioni di marginalità dovute alla scarsa indipendenza economica (casalinghe, disoccupate, immigrate, lavoratrici occasionali)".
"L’azione sinergica di una task force interistituzionale, la formazione comune dei soggetti che ne fanno parte e l’utilizzo di procedure condivise, operando in stretto raccordo con una rete articolata di soggetti del privato sociale e istituzionali – ha concluso Botta – possono diventare elementi importanti per far emergere e combattere il detestabile fenomeno della violenza”.