Margiotta (Pd) su codice appalti e regolamenti

“Bene il massimo coinvolgimento di tecnici, delle amministrazioni, di enti locali e della pubblica opinione, ma la decisione di avviare un’opera pubblica, una volta presa, deve essere tale. Non si tratta di un Monopoli in cui si torna sempre alla casella di partenza: se il Paese ha deciso che un'opera è strategica, occorre avere la certezza che la si faccia.” Il senatore Salvatore Margiotta (Misto), commenta così, facendo sue le parole pronunciate in altre circostanze da Matteo Renzi, il lavoro svolto dall’8a Commissione (Lavori pubblici e Comunicazioni), nella costruzione di un disegno di legge delega che indirizzi la scrittura di un nuovo codice degli appalti e del nuovo regolamento.
“Ho presentato in Commissione diversi emendamenti –dice Margiotta in una nota- nati più dalla mia esperienza professionale che da quella politica: introduciamo finalmente i costi standard anche per le opere pubbliche, così, ogni anno, sapremo grosso modo quanto costi un ponte, un’autostrada, una ferrovia. Un efficientamento del sistema per individuare immediatamente eventuali anomalie. Introduciamo criteri di sostenibilità energetica ed ambientale ed importanti cause di incompatibilità; rotazione nelle Commissioni giudicatrici e attenzione al fatto che non debbano esservi conflitti d'interesse nella validazione”.
"Sulla delicata materia delle concessioni, bene fanno i relatori e il Governo a chiedere il massimo della trasparenza possibile nelle gare future e a dire che tutti i lavori devono essere appaltati attraverso gare a evidenza pubblica. Quello in esame, però, è un disegno di legge delega, quindi si conferisca al Governo, nell'atto di scrittura del decreto legislativo, la facoltà di capire di quali concessioni si tratta, distinguendo le grandi dalle piccole, lavori e forniture da servizi, e quelle già in essere da quelle future”, continua.  “Ho presentato una correzione all'emendamento dei relatori relativamente al fatto di dover indicare i subappaltatori prima della gara: così le imprese locali non riuscirebbero mai più a lavorare, perché la grande impresa, dovendo scegliere all'inizio le imprese di cui fidarsi, non avrebbe il tempo di andarle a cercare sul territorio in cui la grande opera si deve realizzare. Spero, dunque, che su questo aspetto vi sia attenzione da parte del Governo”, conclude il senatore lucano complimentandosi per  “l’ottimo lavoro avviato dal vice ministro Nencini insieme alla Commissione”.

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