È stata la maternità surrogata il tema al centro della seconda giornata di lavori al 34° seminario estivo per giovani "Vittoria Quarenghi" del Movimento per la Vita in corso a Maratea. All’incontro, che -rendono noto gli organizzatori – si è svolto nella mattinata di ieri, hanno partecipato Marina Casini, ricercatrice presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Emanuela Vinai, giornalista dell’Agenzia Sir e Carlo Casini, magistrato e presidente onorario del Mpv. Moderatore dell’incontro, il magistrato ed editorialista di Avvenire Giuseppe Anzani.
Mettendo a confronto la maternità surrogata con l’adozione emergono notevoli e laceranti contraddizioni, soprattutto se si considerano i requisiti necessari per completare l’iter di adozione: «Per adottare un bambino – ha infatti ricordato Marina Casini – occorrono tanti controlli e un certificato di idoneità, invece con la maternità surrogata non è richiesto nulla. Oggi c’è infatti la tendenza a controllare e pianificare l’inizio della vita umana. Dobbiamo conoscere il male e denunciarlo, ma non possiamo solo dire: “Tutto questo è brutto”. Occorre costruire un’autentica cultura della vita, e la ‘leva’ per far questo parte dalla
contemplazione della maternità e della genitorialità».
Una delle tendenze attualmente in atto sulla maggior parte dei media è quella di presentare il fenomeno della maternità surrogata come qualcosa di assolutamente normale, come una notizia di costume tra le tante. A porre l’attenzione su questo fatto è stata la giornalista Emanuela Vinai, che ha presentato alla platea di giovani una carrellata di notizie riguardanti diversi vip, come Kim Kardashian e Cristiano Ronaldo, che hanno fatto ricorso alla pratica della surrogazione di maternità per avere un figlio.
«Il tratto comune a queste notizie – ha rilevato Vinai – è la rimozione della figura della madre gestazionale». La pratica della maternità surrogata viene sempre più spesso paragonata all’adozione, ma, come ha spiegato la giornalista, «Con l’adozione non c’è un contratto; con la maternità surrogata, invece, il bimbo si compra».
La conclusione dell’incontro è stata affidata al presidente onorario del Mpv Carlo Casini, che ha ricordato come «la maternità surrogata significa provocare un abbandono», in quanto nega al figlio la possibilità di conoscere le proprie origini. Una condizione problematica che rischia di segnare profondamente la vita di un bambino: «Un figlio – ha infatti concluso Casini – ha sempre il diritto all’identità».
bas04