“Pensavamo di stare dinanzi a medici che ci stavano curando, pur causandoci inevitabili dolori, tolta la maschera ci siamo trovati dinanzi ai carnefici, quelli degli Enti locali.”
Così il Sindaco di Potenza e delegato Anci al Mezzogiorno, Vito Santarsiero, nel corso della manifestazione di protesta degli enti locali svoltasi oggi a Perugia.
“Il fatto di ritrovarsi in una assemblea unitaria di Comuni, Province e Regioni ci chiama alla responsabilità di comprendere e riflettere ciò che accade ben oltre la dimensione e ben oltre il tecnicismo delle norme. Abbiamo giustamente protestato contro i poderosi tagli che abbiamo subito con varie manovre, evidenziando che non siamo in grado di offrire i servizi base ai nostri cittadini, come abbiamo impiegato energie enormi a confrontarci sui limiti e sulle incomprensioni del Fondo Sperimentale di Riequilibrio, sulla impraticabilità del rimborso dell’IVA, sulla impraticabilità del meccanismo di ripartizione.
Abbiamo –ha continuato Santarsiero- giustamente evidenziato gli assurdi del Patto di Stabilità che blocca le poche risorse che abbiamo e non ci consente di essere seri, cioè di mantenere gli impegni presi con regolari gare e regolari appalti, creando così grave danno all’economia reale. Abbiamo protestato contro l’autonomia sempre più ridotta, gestionale, finanziaria, fiscale; abbiamo nel contempo continuato a dimostrare di essere la parte responsabile di questo Paese con una dura lotta all’evasione, tagli alle spese correnti, tagli al personale.
Abbiamo anche accettato – ha aggiunto- l’onta di essere additati, noi amministratori locali, quale il luogo dello sperpero e dell’Italia non virtuosa e spendacciona, vogliono far sparire i piccoli Comuni, come vogliono imporre gli orari delle Giunte, dei Consigli, come ritengono tempo perso quello dedicato all’amministrazione.
Non esiste più nemmeno il giorno di permesso per andare in Consiglio Comunale, per leggere gli atti, per prepararsi, per valutare, per comprendere, per proporre.
La democrazia nel nostro Paese sembra davvero un optional.
Se siamo qui –ha detto Santarsiero- abbiamo il dovere di comprendere meglio i processi in corso, comprendere dove realmente si vuole portare il Paese, e cosa realmente fare da parte nostra.
Se così è dobbiamo allora dirci con chiarezza che in Italia non si è dato corso ieri con il Centro sinistra all’attuazione del Titolo V della Costituzione e non si dà corso oggi alla legge 42/2009 che solo due anni fa ci aveva illuso con un percorso fatto di protagonismo degli Enti locali, di costi standard, fabbisogni standard, perequazione economica, perequazione infrastrutturale, autonomia finanziaria, autonomia gestionale, non sovrapponibilità di fondi ordinari con fondi straordinari, Carta delle Autonomie.
Non possiamo parlare di fallimento del Federalismo quanto invece di un chiaro disegno alternativo di marginalizzazione degli Enti locali, di nuova centralizzazione, di privatizzazione dei servizi.
Il problema pertanto oggi non è la singola norma. Per un cambio di direzione è necessario che gli Enti locali siano protagonisti nel definire ed attuare un nuovo progetto, tocca a noi spiegare al Paese attraverso quale percorso si costruisce un futuro per le nostre comunità, come si offrono servizi avanzati, come si tutela l’identità, come si fa sviluppo locale.
Tocca a noi spiegare che il Federalismo non è lo strumento con il quale incassare qualche euro in più per il mio Comune ma un complesso meccanismo tecnico amministrativo, istituzionale, che si fonda sulla condizione di avere un chiaro progetto ed una chiara idea di dove si vuole portare il Paese di qui al prossimo futuro.
Certo non basta la convocazione della Commissione Paritetica per dare risposte a tutto ciò. O ci sarà un vero cambio di direzione –ha concluso Santarsiero- o noi abbiamo il dovere, per il dna degli Enti che rappresentiamo, di rimettere i nostri mandati o rimettere realmente, e tutti insieme, senza dictat di partiti, deleghe e competenze per servizi che non possiamo più garantire.”